Tav Torino-Lione: il governo Monti mostra i muscoli sull’interesse pubblico

par Concetta Di Lunardo
lunedì 5 marzo 2012

 

Mentre in Val di Susa la situazione sta precipitando, i poteri forti mostrano i muscoli sull’interesse pubblico, questo il messaggio del vertice straordinario, a Palazzo Chigi, sui lavori per l'asse ferroviario Tav Torino-Lione "per verificarne lo stato di avanzamento nelle necessarie misure di sicurezza". Il comunicato della Presidenza del Consiglio sulla situazione della Tav dopo gli scontri in Val di Susa conferma la linea del governo: un braccio di ferro che preclude possibili tavoli di confronto. 

Da Parigi a Milano in 4 ore dichiara il premier Monti: "I benefici economici sono rilevanti: si dimezzano, ad esempio, i tempi di percorrenza da Torino a Chambéry, da 152 a 62 minuti, da Parigi a Milano da 7 a 4 ore". Con quest'opera "si genera lavoro e occupazione direttamente sul territorio e non solo". Intanto giunge da Napoli, l’appello rivolto da De Magistris, al governo: “In Val di Susa un dialogo necessario”. Lo rende noto l'ufficio stampa del sindaco di Napoli. Tra i primi firmatari Don Luigi Ciotti, Nichi Vendola, Michele Emiliano, Livio Pepino, Michele Curto, Ugo Mattei, Marco Revelli, Giorgio Airaudo, Monica Frassoni, Tommaso Sodano, Paolo Beni, Vittorio Cogliati Dezza, Filippo Miraglia , Gabriella Stramaccioni, don Armando Zappolin, don Tonio dell’Olio, Giovanni Palombarini, don Marcello Cozzi, Sandro Mezzadra.

Nella nota firmata si legge:

“I problemi posti dal progetto di costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione non si risolvono con lanci di pietre e con comportamenti violenti. Da queste forme di violenza occorre prendere le distanze senza ambiguità. Ma non ci si può fermare qui. Non basta deprecare la violenza se non si fa nulla per evitarla o, addirittura, si eccitano gli animi con comportamenti irresponsabili (come gli insulti rivolti a chi compie gesti dimostrativi non violenti) o riducendo la protesta della valle – di tante donne e tanti uomini, giovani e vecchi del tutto estranei ad ogni forma di violenza – a questione di ordine pubblico da delegare alle forze dell’ordine”.

L’invito che viene rivolto alla politica e alle autorità di governo è al dialogo e lo spazio di confronto, come atto di responsabilità e coraggio

“Si cominci col ricevere gli amministratori locali e con l’ascoltare le loro ragioni senza riserve mentali. Il dialogo non può essere semplice apparenza e non può trincerarsi dietro decisioni indiscutibili ché, altrimenti, non è dialogo. La decisione di costruire la linea ad alta capacità è stata presa oltre vent’anni fa. In questo periodo tutto è cambiato: sul piano delle conoscenze dei danni ambientali, nella situazione economica, nelle politiche dei trasporti, nelle prospettive dello sviluppo. I lavori per il tunnel preparatorio non sono ancora iniziati, come dice la stessa società costruttrice. E non è vero che a livello sovranazionale è già tutto deciso e che l’opera è ormai inevitabile. L’Unione europea ha riaperto la questione dei fondi, dei progetti e delle priorità rispetto alle Reti transeuropee ed è impegnata in un processo legislativo che finirà solo fra un anno e mezzo. Lo stesso Accordo intergovernativo fra la Francia e l’Italia sarà ratificato solo quando sarà conosciuto l’intervento finanziario della UE, quindi fra parecchi mesi. E anche i lavori sulla tratta francese non sono iniziati né prossimi. Un Governo di “tecnici” non può avere paura dello studio, dell’approfondimento, della scienza. Numerose scelte precedenti sono state accantonate (da quelle relative al ponte sullo stretto a quelle concernenti la candidatura per le Olimpiadi). Noi oggi chiediamo molto meno. Chiediamo di approfondire i problemi ascoltando i molti “tecnici” che da tempo stanno studiando il problema,, di non deludere tanta parte del Paese, di dimostrare con i fatti che l’interesse pubblico viene prima di quello dei poteri forti. Lo chiediamo con forza e con urgenza, prima che la situazione precipiti ulteriormente”.


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