Tarantini arrestato in aeroporto. Non solo escort e droga il suo giro
par Pietro Orsatti
sabato 19 settembre 2009
Tarantini fermato ieri in aeroporto. Stava scappando? Non si sa, troppo presto per dirlo. Ma la notizia, che compare con puntualità sulle agenzie, sembra raccontare questo. «Il processo è delicato, la procura ha deciso di dare un’accelerazione alle indagini. Uno dei compiti del pubblico ministero è quello di garantire la presenza dell’imputato alle fasi processuali» ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati. «Il fermo di Tarantini – ha proseguito – è frutto delle scelte che sta facendo la procura dopo la costituzione di un gruppo di lavoro. È stato ritenuto che, nel caso di specie e dal punto di vista investigativo, per le cose che sono successe nelle ultime ore, negli ultimi giorni, c’era un forte inquinamento delle prove, quindi ci sono delle esigenze cautelari e sussiste il pericolo di fuga per le segnalazioni che ci sono pervenute dagli organi di polizia riguardo a movimenti, spostamenti e progetti».
Nei giorni scorsi il giovane imprenditore accusato di corruzione, traffico di droga e sfruttamento della prostituzione che sta trascinando con sé pezzi di classe politica e imprenditoriale sia a livello locale che nazionale, dopo che parti dei suoi verbali di interrogatorio erano stati pubblicati su alcuni quotidiani (grazie a una fuga di notizie che è stata censurata duramente dal neo procuratore Laudati) aveva rilasciato alcune dichiarazioni molto preoccupate sulla propria sicurezza. «Temo per la mia vita», aveva fatto sapere, per il peso delle dichiarazioni che stava rilasciando ai pm e per l’incredibile quantità di intercettazioni che hanno caratterizzato anni di inchieste nei suoi confronti e che di certo non si limitano soltanto alla vicenda escort-cocaina.
E infatti, conclude il procuratore, «la situazione di Tarantini riguarda tutti i reati per i quali è attualmente indagato». Quello che stupisce non è tanto che sia stato arrestato (per droga, sarebbe la motivazione ufficiale), quanto la puntualità mediatica di tale arresto. Ormai non c’è giorno in cui non emerga, su innumerevoli fronti e non solo quello barese, un’anticipazione, una mezza indiscrezione, un’ipotesi più o meno azzardata.
Dalle inchieste sulle stragi del ’92 a Bari, dal processo a Dell’Utri ai retroscena sul mancato scioglimento del Comune di Fondi, dal processo al generale Mori a “sputtanamenti” di vario livello a giornalisti, magistrati e politici. La guerra d’autunno è iniziata, lo sapevamo già, quello che lascia esterrefatti è il numero di fronti contemporanei su cui si sta combattendo. Le trenta escort che il pm Laudati vorrebbe interrogare sono solo un po’ di colore e di disvelamento del degrado del costume politico di questi ultimi anni. Quello che a Bari fa veramente tremare è il capitolo sanità, da un lato, e quello Protezione civile dall’altro. È sui soldi che si gioca la partita grossa. E Tarantini, da buon mariuolo del terzo millennio tutto casa, escort e “Billionare”, lo sapeva bene nonostante la sua giovane età. Basta ricordarsi che è dal 2001, da quando gli investigatori indagarono per la prima volta l’iperattivo Giampaolo Tarantini e suo fratello Claudio, che attorno a lui si concentra l’attenzione di mezza procura. Il suo nome, infatti, era già saltato fuori durante un’inchiesta della Dda su un clan di Barletta. Poi il giovane imprenditore “tronista” emerse con chiarezza (2003-2004) nei grandi affari che si accentravano attorno alla sanità pugliese ancor prima dell’esplodere della vicenda delle escort, della cocaina e dei festini e festoni organizzati “per la gente che conta” barese e non.
Come ai tempi di Mario Chiesa, partendo dal piccolo si sta aprendo letteralmente uno scenario del tutto imprevisto e dai confini tuttora indefinibili.