"Tagliola e Canguro" al Senato della Repubblica italiana

par paolo
mercoledì 30 luglio 2014

Sono in corso le votazioni a Palazzo Madama, sede istituzionale del Senato della Repubblica Italiana, sugli emendamenti alle riforme costituzionali. Quasi ottomila gli emendamenti presentati dalle opposizioni, dei quali ben semila a firma dei (soli) sette senatori di SEL.

Chi ha l'occasione, o la sventura a seconda dei punti di vista, di seguire i lavori al Senato, trasmessi in diretta televisiva, non può che essere scioccato dallo spettacolo indecente offerto da una politica che ha completamente perso ogni freno inibitore e che ha ridotto la funzione legislativa al rango di fango e pattume.

Nel caos dei lavori, presieduti da Piero Grasso ripetutamente attaccato ed offeso sul piano personale come accade soltanto in una repubblica delle banane, due termini che individuano prassi procedurali mi hanno particolarmente colpito: la "tagliola" (o ghigliottina) ed il "canguro".

Perché sia chiaro che in quanto a fantasia noi italiani non siamo secondi a nessuno. Specialmente quando la stessa è finalizzata a scopi non proprio democraticamente edificanti.

Dunque, la "tagliola" consiste nel contingentamento dei tempi degli interventi e viene decisa dalla Presidenza (nel caso specifico da Grasso), evidentemente su spinta del governo, per dare un termine finito alla discussione e relativa votazione degli emendamenti, in modo da arrivare alla approvazione (o meno) del dispositivo di legge. In questo caso scaturisce dalla algebrica constatazione che discutere i quasi ottomila emendamenti presentati dalle opposizioni, al ritmo di max 4 o 5 al giorno, per lo più spesi ad insultarsi reciprocamente, richiederebbe almeno 1.600 giornate di sedute piene, festivi compresi, iniziando alle ore 9,30 del mattino e andando in free immersion fino alla mezzanotte, pause biologiche escluse. Lo scopo, o l'auspicio della maggioranza che ha presentato il dll di riforma costituzionale nella persona del ministro Maria Elena Boschi, è quello di arrivare entro la data dell'otto agosto alla approvazione. Quella della tagliola o ghigliottina è una prassi parlamentare consolidata che è stata applicata in occasioni precedenti, praticamente da tutti i governi (leggi maggioranze), come arma di difesa contro l'ostruzionismo, messo in atto dalle opposizioni (leggi minoranze), tendente a dilatare i tempi o finanche a far saltare, facendo mancare il numero legale, l'approvazione del provvedimento.

Essendo del tutto evidente che la "tagliola" nel caso in questione non è sufficiente a scongiurare questo rischio, dal momento che Matteo Renzi ha un programma che prevede il riassetto istituzionale, la legge elettorale, la riforma del lavoro, quella della pubblica amministrazione, riforma fiscale, riforma scolastica... ecc. nell'arco di 1.000 giorni (ultima promessa), preso atto che tutti i tentativi di mediazione, condotti da Vannino Chiti (PD) con SEL del furibondo Nichi Vendola, non hanno portato a nulla, il Presidente Piero Grasso ha applicato anche il "canguro".

Canguro, nell'accezione usata nelle aule parlamentari, è un termine gergale (non nei vocabolari) che è l'adattamento italiano dell'inglese Kangoroo e disegna un particolare meccanismo in virtù del quale il Presidente (Grasso nel caso specifico) non è più obbligato a mettere in votazione tutti gli emendamenti, ma può selezionarli, saltandone alcuni (da qui il nome "canguro").

Ecco fatto, così per esempio ho potuto constatare, dalla diretta televisiva, che in un sol botto, quindi un balzo più che un salto, sono stati esclusi un migliaio di emendamenti. Semplice, pulito ed efficace e, oltretutto sembrerebbe, malgrado l'insurrezione delle opposizioni che hanno accusato Grasso (Renzi) di liberticidio e stupro della democrazia, del tutto assolutamente legale.

Rimane tuttavia la percezione ed il disgusto come cittadino per l'indegna gazzarra che si sta dipanando in uno dei "presunti" santuari della democrazia, dove alla "presunta arroganza" della maggioranza si contrappone la "presunta strumentalità" per fini indegni delle opposizioni. Insomma, uno schifo incrociato che fa capire come questo paese è marcio alle fondamenta, che palesa plasticamente la mancanza di una coscienza civica del bene pubblico ed è in preda agli egoismi personali di individui al di sotto di ogni sospetto o di lobby di potere. Con una maggioranza decisionista che guarda più alla velocità che alla sostanza per poi magari vantarsi e fare la ruota come il pavone ed una opposizione che dà l'impressione di mettere il bastone tra le ruote solo per non mollare l'osso. Con questo andazzo siamo destinati a finire tutti in fondo al pozzo. Poi diamo la colpa all'Europa e ci lamentiamo della Merkel, gli altri fanno squadra mentre noi facciamo caos.

Ma guai a dirlo perché altrimenti passi per "moralista", un termine ricorrente sulla bocca di chi non sa assolutamente cosa significhi.

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr


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