L’Albania chiede l’ingresso in Europa tra le polemiche

par Sergio Bagnoli
sabato 28 marzo 2009

La raccomandazione a non aver fretta e proseguire innanzitutto nelle riforme, è stata fatta dal Commissario europeo Oli Rehn e dal Ministro ceco Scharzenberg

“Quando una casa è allagata, essa non è in grado di accogliere nuovi ospiti” così si è rivolto alcune settimane fa, il Ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, nazione che detiene la presidenza di turno dell’Unione europea, al governo albanese ed al suo Presidente, il populista di centro-destra Sali Berisha. Al fine di scongiurare Tirana dal presentare entro il mese di Giugno, prima delle future elezioni presidenziali, la propria candidatura alla firma di un accordo di stabilizzazione ed associazione con l’Unione europea. Ciò perché le probabilità legate alla bocciatura di una simile richiesta sarebbero tuttora molto alte.

Da parte sua invece, il Presidente dell’Albania, timidamente sostenuto dal governo italiano, ha ribadito a muso duro che egli intende presentarsi alle presidenziali della prossima estate portando in dote l’accordo di associazione con l’Unione europea ed un nuovo accordo sui visti che liberalizzi l’emigrazione degli albanesi verso i ventisette paesi dell’Unione europea. Pure il commissario europeo all’allargamento Oli Rehn ha scongiurato gli albanesi a non compiere il passo minacciato prima delle elezioni, che gli occidentali intendono monitorare capillarmente, ed a concentrarsi piuttosto a far uscire il paese dal sottosviluppo e dalla corruzione dilagante nella pubblica amministrazione.


Non c’è stato, però, nulla da fare. “L’Albania merita l’Europa immediatamente. Noi siamo a posto. Se nell’Unione europea hanno trovato posto nazioni come la Romania, che sta dando tante gatte da pelare ai nostri amici italiani, non vedo come non ci debba stare l’Albania, paese molto più stabilizzato ed occidentalizzato” ha tuonato il sanguigno presidente d’oltre- Adriatico. Anche il Dipartimento di stato americano, guidato da Hillary Clinton, però si unisce alle critiche avanzate da Bruxelles affermando che oggi a Tirana la magistratura e la stampa non sono assolutamente libere e che la polizia è gravemente corrotta.

"Il caso Fazlic è paradigmatico in materia. Il faccendiere serbo-bosniaco, amico di Berisha, infatti è stato accusato di riciclaggio di denaro sporco dalla Procura di Tirana ma, grazie ai suoi rapporti amichevoli con il Presidente, ha potuto muoversi liberamente nel “paese delle aquile” senza che la magistratura albanese potesse neanche interrogarlo, grazie alla protezione del Ministro degli Interni e della polizia", rincarano la dose a Washington. Berisha, perdendo le staffe questa volta, ha accusato il suo avversario alle prossime presidenziali, il socialista Edi Rama già sindaco di Tirana, di aver venduto agli americani informazioni false con l’unico scopo di infangare il suo paese.

Sicuramente la sensazione che nonostante i proclami, sbandierati quattro anni fa in occasione delle ultime elezioni presidenziali da Berisha che promise di debellare in due anni la corruzione, nulla sia cambiato nel più arretrato paese d’Europa rimane ed ora il Presidente in carica dovrà fare i conti con la rabbia del suo popolo.


Leggi l'articolo completo e i commenti