TG1: del peggio c’è il peggiore

par Paolo Cufino
venerdì 19 giugno 2009

Alcuni, e io tra loro, pensavano che il Tg1 con la gestione di G. Riotta avesse raggiunto il fondo, ma bisogna ammetterlo, eravamo stati ottimisti poiché, da qualche anno a questa parte, al peggio sembra non esserci limite.

 

Me lo ricordo quando il Dott. Riotta venne a presentarsi in video spiegandoci che era finita l’epoca dei favoritismi, che ci si mettesse il cuore in pace poiché da quel momento in poi, ogni parte politica avrebbe avuto lo stesso spazio delle altre e soprattutto, soggiunse, “è finita l’epoca del “sandwich”.


Per chi non lo sapesse il “sandwich” è una tecnica giornalistica che serve a favorire il politico o la coalizione per la quale si tiene: si fa parlare un esponente per il quale si simpatizza ( in genere della maggioranza che è al governo) poi uno dell’opposizione e infine si fa chiudere l’argomento o dallo stesso che ha parlato per primo o da un altro esponente sempre della compagine governativa.


Mi ricordo che io e tutti quelli come me rimanemmo molto delusi da quelle parole: venivamo da cinque anni di governo Berlusconi. Di sandwiches, ne avevamo fatto indigestione. Persino quelli da mangiare, persino le famose isole ci erano venuti in odio e ora che avevamo sperato di fare un po’ di sano, biblico occhio per occhio, il governo che avevamo votato ci regalava questo direttore.

Siamo gente pacifica, matura e presto ce ne facemmo una ragione pensando che se le cose si fossero stabilizzate definitivamente con questa nuova regola tutto sommato poteva essere meglio.

Che illusione! Bastò che franasse il governo Prodi (l’unico vero statista italiano degli ultimi 20 anni) e tornasse il Berlusca e come per incanto il caro Riotta dimenticò i discorsi fatti. La paura fa novanta e i casi Santoro e Biagi sono ormai scritti in maniera indelebile nella mente dei giornalisti, particolarmente in quella dei pavidi. Nonostante i suoi sforzi, come certamente sapete, Riotta è stato comunque sostituito da  Augusto Minzolini preso direttamente dalle falangi berlusconiane.

Ora, come vedrete, anche Riotta può essere rimpianto, in quanto il caro Augusto si è subito dato da fare

Lasciando perdere (si fa per dire) che il TG1 ha cancellato letteralmente la legittima protesta degli aquilani avvenuta davanti Montecitorio: il neodirettore, chissà per ordine di chi, ha preferito altri avvenimenti.

Il colmo però è stato raggiunto il 17 giugno c.m..

Parlando della famosa “scossa” evocata da D’Alema nella trasmissione di Lucia Annunziata e che tutte le persone di buon senso hanno interpretato come una frase buttata lì con la legittima speranza che Fini e gli sparuti colonnelli rimastigli fedeli potessero presto ribellarsi ai ricatti leghisti, l’autore del servizio (siamo sempre al TG1) ha dato per certo che l’esponente del PD sapesse della imminente indagine della procura di Bari e si chiedeva con insistenza e come di fatto acclarato in che modo ne fosse venuto a conoscenza, poi cambiando inquadratura e facendo apparire il volto di D’Alema ha continuato dicendo che quest’ultimo si discolpava dicendo, etc, etc.,.

Ora mi rivolgo non tanto a quelli della mia parte politica ma a tutti quelli che votano PDL, Lega e altro. Se voi non capite la gravità di quanto accade sforzatevi, rifletteteci e vedrete che non è possibile andare avanti così. Ma come dico io, un sig. viene intercettato non so per quali motivi, si scopre che costui avrebbe procurato, pagandole profumatamente, delle prostitute per feste da tenersi a palazzo Grazioli o non so dove. Per tutto questo, posto che sia vero, chi è tenuto a discolparsi? Massimo D’Alema. Siamo alla farsa più farsesca!

Nemmeno Plauto o Eduardo Scarpetta avrebbero potuto scrivere qualcosa del genere.

Quello che voglio sottoporre all’attenzione di tutti, ripeto di tutti è che con una massa mediatica d’attacco simile a quella che è a disposizione di quest’uomo che ci governa si può con la massima nochalance trasformare la bugia in verità e la verità in bugia.

Faccio un esempio: se per un’assurda ipotesi Berlusconi uccidesse una persona l’insieme dei suoi giornali e dei suoi telegiornali riuscirebbero sicuramente a convincere l’opinione pubblica che il morto, per seguire il filo di un complotto ordito dalla sinistra, si è suicidato. 

In conclusione, prendiamocela con filosofia e consoliamoci pensando che al TG1 sarebbe potuto arrivare Maurizio Belpietro.



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