Superbollo sul dossier Titoli: buone notizie per i piccoli risparmiatori

par Libero Mercato
venerdì 15 luglio 2011

Grazie all'introduzione degli emendamenti correttivi, nella manovra Tremonti viene rimodulata la tassazione sul dossier titoli, secondo un'ottica più equilibrata e progressiva, pur lasciando invariato il saldo finale (anzi, con un leggero incremento).

L'impianto iniziale prevedeva un aumento del bollo dagli attuali 34,70 euro all'anno a 120 euro per i depositi fino a 50.000 euro e di 380 euro per gli importi superiori.

Con le nuove modifiche il bollo non subirà rincari per chi possiede una giacenza di valore inferiore ai 50.000 euro, che continuerà a versare l'equivalente attuale di 34,70 euro.

Per chi invece possiede conti tra i 50.000 ed i 150.000 euro il bollo salirà a 70 euro nell'immediato e dal 2013 salirà a 230 euro.

Chi avrà titoli in possesso per un valore compreso tra i 150.000 ed i 500.000 l'onere salirà prima a 240, poi a 780 euro, oltre questo livello si pagherà invece 680 euro fino al 2012 ed in seguito 1.100.

In totale, gli incrementi previsti sull'imposta di bollo determineranno un recupero di gettito su base annua di circa 897 milioni di euro per i primi due anni e di poco oltre i 2,5 miliardi a regime, con un aumento finale di 125 milioni rispetto al testo originario della manovra.


COME REAGIRE ALL'AUMENTO DEL BOLLO

La nuova rimodulazione delle fasce del superbollo non esclude la possibilità di sviare (in maniera lecita ovviamente) l'ostacolo da parte degli investitori.

Chi ha titoli per un valore superiore ai 500.000 euro potrebbe teoricamente suddividerli in almeno 10 nuovi depositi, versando complessivamente 400 euro (spese di mantenimento escluse) invece dei 1.100 previsti.

Chi ha investito poco meno di 100.000 euro in azioni o titoli di stato potrebbe aprire due dossier differenti, risparmiando oltre il 70% delle spese (64,4 euro invece di 320).

Il superbollo comunque, essendo una tassa fissa, comporta almeno due conseguenze negative per i risparmiatori: applicandosi solo ai titoli incentiva gli investitori a riallocare la propria liquidità verso forme escluse dall'aumento della tassazione, come conti corrente e certificati di deposito.

In secondo luogo stimola la creazione di più dossier e soprattutto, se si considera che per dossier si intende la proprietà di più prodotti finanziari, si crea l'incentivo ad indirizzare la giacenza su un solo canale (ad esempio un Btp), sacrificando la possibilità di diversificare l'investimento, una delle regole principali per una sana e corretta gestione di un portafoglio adeguatamente protetto dal rischio.

Se all'introduzione del superbollo aggiungiamo l'incremento della tassazione sulle rendite finanziarie dall'attuale 12,5% al 20% (senza applicare una soglia minima di esenzione, che potrebbe essere fissata dai 50.000 o 100.000 mila euro) è evidente che la manovra di Tremonti colpisce soprattutto i piccoli risparmi delle famiglie, da sempre considerati un baluardo sicuro contro la crisi economica, ma che in questo periodo sembrano piuttosto una risorsa da erodere gradualmente.
 


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