Superato il test di Turing. Un software come una coscienza umana

par francesco latteri
giovedì 12 giugno 2014

È di Vladimir Veselov dell'Università di San Pietroburgo e del suo collega ucraino Eugene Demchenko la nuova pietra miliare nella storia dell'intelligenza artificiale: superato il test di Turing.

Sostanzialmente si tratta semplicemente di una chat a tre: il tester, il "secondo uomo" ed il computer. Questi ultimi hanno entrambi lo stesso compito: convincere l'interlocutore (il tester) che il vero uomo è ciascuno di loro. Se il computer riesce a convincere in una serie di brevi chat di essere un interlocutore umano con una percentuale superiore al 30% il test è ritenuto superato.

Veselov aveva mancato di un soffio l'obbiettivo già nel 2012. Questa volta per il test, insieme al suo collega ucraino ha scelto l'immagine fittizia di un ragazzo tredicenne ucraino, come Demchenko, di cui porta anche il nome: Eugene. Goostmann, alla lettera uomo fantasma, dovrebbe indicarci subito che non si tratta di un uomo... O forse dovrebbe evocarci la figura di Alan Turing, matematico e criptoanalizzatore britannico tra i più importanti ricercatori e svilippatori di intelligenza artificiale correlata all'interrogativo fondamentale se le macchine possano avere la capacità di pensare ed avere intelligenza paragonabile a quella umana.

Il test infatti - superato dal software di Veselov e Demchenko con un bel 33% - è ricorso nel 60° anniversario della morte del suo ideatore. La notizia è stata resa pubblica durante un convegno della Royal Society con un breve comunicato della University of Reading.

Per gli amanti delle chat, da adesso, come già nel cult Blade Runner sarà necessaria una "macchina di Voigt" per distinguere tra uomo e macchina...

 

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