Suggerimento a Beppe Grillo per non fare affondare il M5S

par paolo
giovedì 6 marzo 2014

Sarebbe oltremodo semplicistico dire: "Caro Beppe togliti di mezzo, slega questi poveri cristi ossessionati dai controlli di 'compatibilità e coerenza' ogni volta che aprono bocca e lasciali finalmente liberi di trovare il loro equilibrio, lasciali liberi di mettere a frutto la loro spinta riformatrice ecc...".

Sarebbe un suggerimento del tutto inutile, destinato a cadere nel vuoto, in quanto verrebbe classificato, nel linguaggio colorito e non proprio in linea con il bon ton con il quale solitamente si esprime il comico genovese, come una "cagata pazzesca". E non mi sento neanche di dargli torto dal momento che il buon Beppe e la sua organizzazione hanno investito molte energie su questa loro creatura digitale, partorita e supportata dal perito informatico Gianroberto Casaleggio della omonima Casaleggio Associati s.r.l.

Ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti e quella che doveva essere linfa vitale per rigenerare un sistema degenerato si sta liquefando come neve al sole. Se la strategia era quella di attenderne il collasso totale, magari dando dei colpetti per accelerarlo, ormai è evidente che è destinata a fallire. Se poi dovesse collassare l'intero paese non ci sarebbe nessuno in grado di rimetterlo in sesto perché l'Italia verrebbe commissariata e quindi gestita da istituzioni esterne.

Inoltre si sta verificando un effetto di ritorno controproducente che sta mettendo in crisi l'esistenza stessa del M5S. Perché è evidente che se per mantenere questa strategia improduttiva bisogna procedere ad espellere, volta per volta, i dissidenti di turno, la mancanza stessa di risultati produrrà altre criticità che porteranno a reazioni di insofferenza e quindi altre espulsioni e via di questo passo, senza soluzione di continuità.

Se, come era prevedibile, questa politica hard dell'isolamento istituzionale e del non dialogo ad oltranza per timore del "contagio" ha reso del tutto impalpabile la presenza parlamentare grillina, rimettendo in moto spinte restauratrici nel paese come quella che fa riferimento all'illustre pregiudicato o ai diversamente berlusconiani, qualcosa nella strategia va cambiato.

Oltretutto se l'isolamento oltre che totalmente politico è anche totalmente mediatico, visto che persino Il Fatto Quotidiano, comincia a prendere le distanze da certi eccessi, è evidente che non basta soltanto la rete Internet per dare corpo ad una campagna di proselitismo o di avvicinamento politico, tenendo in conto che la percentuale di naviganti sensibili ai problemi sociali è una percentuale del totale di internauti che, a sua volta, è una percentuale minoritaria (30%) di gente che manipola il computer.

In aggiunta a questo, siccome chi di Internet ferisce di Internet perisce, di recente anche il blog della Casaleggio Associati su Twitter viene regolarmente "bucato" da hacker che copiandosi sul marchio, criticano il M5S e la sua mancanza di trasparenza. Che è come violare il "santa sanctorum" di una azienda specializzata in informatica che non riesce a difendersi da ragazzotti che violano le password e lanciano messaggi del tipo: "L'unico prodotto che dovrebbe commercializzare la Casaleggio Associati è il minestrone del Casaleggio", oppure modificare la mini-biografia prevista sul profilo in: "strategie di idiozie". Sono segnali da non sottovalutare oltre al danno di immagine per un network tra i i più diffusi del mondo. Diciamo che non è certo un figurone.

Poi c'è la questione del blog di Grillo i cui click sono commercializzati dai banner pubblicitari, al punto che per intervenire bisogna passare per il link senza possibilità di aggirarlo. Questo ha ingenerato la convinzione che dietro al M5S ci sia una forma di autofinanziamento non trasparente che è peggio del finanziamento pubblico a cui "potenzialmente" il M5S ha rinunciato (i famosi 42 milioni di euro del rimborso elettorale).

Allora che fare?

Escluse le soluzioni non in linea con il dettato costituzionale e la conversione del movimento in forza paramilitare rivoluzionaria tipo "tupamaros", l'unica strada è quella di dotarsi della struttura di partito. Quindi esprimere un leader eleggibile, una segreteria di partito che possa esprimere ordini del giorno, dei parlamentari a cui non sia negata la possibilità di dissentire dalla maggioranza pur rispettandone le decisioni ecc... Insomma una struttura organizzativa che mantenga inalterato il contenuto politico ma che possa porsi su un piano alternativo alle proposte degli altri partiti politici, mantenendo inalterate le proprie specificità.

Il blog di Beppe e la Casaleggio Associati potrebbero mantenere, anche per statuto, la funzione di garantire la selezione per via democratica e con i mezzi che sono loro propri, ovvero la cosidetta democrazia liquida, la classe dirigente del partito. Una sorta di filtro per evitare infiltrazioni avventurose. Oppure, in alternativa, essendo Grillo non presentabile a causa della sua condanna penale, indicare lo stesso Gianroberto Casaleggio o chi per lui avendo risolto eventuali conflitti di interesse, come primo segretario del "neopartito" M5S; elezione da sottoporre ovviamente a convalida mediante referendum online.

Insomma il sistema del doppio livello, quello decisionale nelle mani di Grillo-Casaleggio e quello operativo di parlamentari teleguidati, magari da una sorta di trasponder come il blogger di Byoblù Claudio Messora, non ha alcun futuro; anche per una questione di tempi decisionali. È impensabile continuare a consultare il web su ogni decisione da prendere, stabilita una linea politica generale, le scelte devono essere operate in tempo reale. Persino Matteo Renzi ha capito che l'unico modo per incidere è quello di stare sul pezzo, mentre il solo Silvio Berlusconi con il suo impero economico e tutto il potenziale che ne consegue può permettersi il lusso di stare fuori dal Parlamento, che poi è tutto ancora da dimostrare.

Perché è inutile girarci intorno, questo sistema operativo eterodiretto,con parlamentari ridotti a robottini, regolamentati sulla base di decisioni piovute dall'alto scaturite da referendum online per nulla trasparenti e in cui l'unica opzione di scelta è quella di barrare la casella A o B, avendone già precofenzionato il contenuto e pertanto condizionanti, non ha futuro. Il M5S rimarrà confinato nel perimetro di uno zoccolo duro di "adepti", più o meno estremizzati da ideologie rivoluzionarie tout court, ma senza la conquista di un vero largo consenso popolare.

Il risultato delle ultime elezioni politiche non deve trarre in inganno, dopo la fascinazione iniziale il consenso si sta già esaurendo per l'inerzia dimostrata, la non incisività nella rivoluzione del sistema in senso moralizzatore. L'esito finale può essere quello di diventare una forza marginale, magari di denuncia e di controllo sulle attività parlamentari, senza raggiungere però l'obiettivo di diventare il soggetto protagonista delle scelte di indirizzo.

A meno che Beppe non creda ancora di poter raggiungere quel fatidico 51% di voti che gli consegnerebbe le chiavi del Paradiso. Pia illusione.

 


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