Stranieri in Italia, una storia a lieto fine

par Michele Docimo
sabato 21 febbraio 2009

I paradossi della burocrazia e la tutela dei diritti

NAPOLI - Lei si chiama Laila, ventidue anni, studentessa in lettere con un’ottima media ma ha un problema: non ha la carta di soggiorno. Laila è arrivata in Italia una decina di anni fa dal Marocco con la sua famiglia e si è stabilita a Sant’Anastasia, comune vesuviano, per questioni burocratiche non ha ottenuto, come i suoi familiari, la carta di soggiorno ma solamente un permesso di soggiorno per motivi di studio da rinnovare ad ogni anno. Inizia la sua lunga trafila per gli uffici per poter ottenere la fatidica carta, poi arrivano i problemi di salute e le medicine da comprare.

L’Inps stabilisce per Laila le prestazioni spettanti agli invalidi civili, ma tutto questo avviene dopo una lunga sequela di interpretazioni e contro interpretazioni delle varie leggi fino alla concessione con "dubbi burocratici" dell’assegno. Si ripresenta il problema della carta di soggiorno, l’assegno di invalidità arriva fino alla scadenza del permesso di soggiorno per poi riprendere al rinnovo. Basta, quindi, un semplice intoppo di documentazione per non far arrivare a Laila delle somme per pagarsi cure e medicinali. Da qui nasce il paradosso: come può un diritto riconosciuto da un ente previdenziale, e legato ad uno stato di salute, essere sospeso non mutando lo stato di salute?

Continua così il calvario di Laila e della sua famiglia nei meandri della nostra burocrazia finché «Dopo giorni di quasi agonia, perché sembrava non vi fosse una soluzione, ho trovato al Comune di Sant’Anastasia un ufficio che ha preso a cuore il problema - dice Laila - . Il mio caso è emblematico. Pur avendo diritto alla pensione di invalidità, di fatto mi è stata sospesa solo perché era in scadenza il permesso di soggiorno e nessuno sapeva indicarmi la strada da seguire. Non è possibile immaginare cosa si prova a sentirsi straniera in Italia e a subire le conseguenze di norme che rischiano di togliere diritti. Ho cozzato contro la diffusa non conoscenza delle norme e delle circolari che difendono i nostri diritti. Gli altri stranieri in Italia saranno fortunati come me ad incontrare una persona disponibile, capace di studiare il mio caso e di proporre vie d’uscita? Questo mi chiedo. Perché nei giorni successivi ho potuto apprezzare il fatto che quando tra gli uffici di vari Enti c’è dialogo e comunicazione, i problemi di noi stranieri arrivano a soluzione in tempi ragionevoli, con una efficienza veramente straordinaria»



Sento di ringraziare l’ufficio stampa di Sant’Anastasia, le ACLI di Messina, la Questura di Napoli e, in particolare, Vittorio Piccolo, un consigliere comunale molto vicino al popolo, che ha dimostrato una disponibilità fattiva nel risolvere il mio problema. Se devo dire la verità quando ho visto la carta di soggiorno non me ne sono resa conto subito, l’ho associata al permesso di soggiorno. Poi ho realizzato cosa avevo in mano e ho pensato che era finalmente finito un incubo. Avere in tasca, oggi, la carta di soggiorno mi rende molto più tranquilla per il mio futuro di studentessa prossima alla laurea, per il lavoro e per la mia stabilità in Italia. E, poi, sono certa che riavrò la pensione e l’esenzione sui medicinali. Ho constatato, a contatto con coloro che mi hanno aiutato, che non è facile essere stranieri in Italia, ma quando gli Enti comunicano tra loro in modo costruttivo anche le montagne si fanno da parte
»

Questa storia stamattina ha avuto un lieto fine dopo una brevissima attesa, effettuate le operazioni di attivazione e presa l’impronta digitale Laila ha finalmente ricevuto, dalle mani del dottor Eduardo Battista, I° Dirigente della Questura di Napoli, la tanto agognata Carta di Soggiorno.

«Abbiamo fatto unicamente il nostro dovere – ha affermato il Dirigente della Questura di Napoli, Eduardo Battista – lavorando al caso in questione con la massima attenzione per garantire il rispetto delle norme e i diritti degli stranieri in Italia, che vanno tutelati sempre, specialmente quando ci troviamo di fronte a studenti e lavoratori che si integrano correttamente nel nostro contesto sociale».

 


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