Stefano Cucchi: quando invece di scolpire le coscienze, si scolpisce l’informazione
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mercoledì 4 novembre 2009
"Per scolpire le coscienze".
Ho sentito ed ho letto più di una volta, in questi giorni, quest’espressione. Delle foto di Stefano Cucchi, diffuse per scolpire le coscienze, ne hanno parlato un pò tutti.
Ma è strano notare come delle foto, a volte, invece di scolpire le coscienze, scolpiscano l’informazione.
Il povero Stefano è morto in carcere, ed il 99,9% delle persone che hanno visto le foto della sua salma sono state concordi, nel recriminare, l’ennesimo caso di polizia assassina.
Ora non vorrei discutere della veridicità dell’accaduto, di questo se ne occuperà la magistratura, e spero anche che faccia il più presto possibile per assicurare i colpevoli alla giustizia, ma credo sia arrivato il momento di discutere di quanto l’opinione pubblica sia facilmente manipolabile.
Non so se sia vero che nulla capita per caso, ma tant’è che ieri, solo alcuni giorni dopo la diffusione delle foto shock del povero ragazzo, c’è stata la prova del 9 per chi si crede invincibile dinnanzi al potere manipolativo-informativo dei tg e dei giornali.
Proprio ieri c’è stata un’altra morte in carcere: la notizia del decesso della BR Diana Blefari da subito, dal primo momento, è stata data dai tg, dai giornali e dai siti come suicidio. Ma dove sono le prove? Perchè nel suo caso siamo così sicuri che si sia impiccata? Se invece è stata uccisa o avvelenata? E se fosse morta per cause naturali? E se fosse morta addirittura alcuni giorni prima?
Tante, tantissime domande potremmo porci.
Ma senza foto, non pretendiamo nulla. Ci accontentiamo.
Povera Italia. Che tristezza.