Stabilità politica?

par Cesarezac
sabato 9 novembre 2013

Ai partner europei, piace e molto; la sinistra li sta sbarazzando di un concorrente fastidioso, anzi, fastidioso lo era. Tutti la invocano, l’Europa, il governo, i partiti, persino alcuni esponenti della destra.

Siamo a novembre, sono due anni che l’odiato Berlusconi, perfetto capro espiatorio, è stato defenestrato con un vero e proprio colpo di stato perpetrato con la complicità di un paio di Giuda della politica. Il Paese non è più in declino, ora è in coma. Siamo alla più drammatica situazione della nostra storia. La disoccupazione è ai massimi storici, la sequela di suicidi di aziende, di imprenditori, di lavoratori, non ha precedenti di tale portata.

Tra le novità annoveriamo la ludopatia, i cosiddetti negozi “gratta e vinci” dove la povera gente non sapendo a che santo votarsi,spende i pochi spiccioli di cui dispone per tentare la sorte. Altra novità sono i negozi “compro/vendo oro”. Qui la povera gente vende il braccialetto, la collanina, gli orecchini, gratta il fondo del barile. Quell’oro chi lo compra? Stranamente nessuno se lo chiede, né tampoco i politici, ne fanno menzione. Quell’oro viene trasformato in lingotti che vengono acquistati da coloro che prima dell’attuale governo dell’IMU, delle tasse, investivano nell’acquisto di appartamenti o in attività commerciali o d’altro genere. Questa la causa del repentino e pesante crollo dell’edilizia, con il doloroso corollario della perdita di migliaia di posti di lavoro. Questa è la politica di cui si chiede la stabilità.

Il ministro Saccomanni potrebbe fare molto per il Paese: potrebbe presentare le dimissioni che spesso ci promette ma si guarda bene da rassegnare.

Il governo ha bisogno di denari, ma invece di aprire la fonte, la inaridisce. La fonte dei mezzi finanziari dei quali ogni nazione che non disponga di pozzi di petrolio ha bisogno, è il lavoro! Lavoro è sinonimo di PIL, Prodotto Interno Lordo! Il debito pubblico è una frazione del PIL. Saccomanni e compagni, aumentano le tasse, uccidono il lavoro e incassano meno! Il PIL diminuisce, il debito aumenta. È una spirale perversa che sta dando il colpo di grazia al Paese.

Allora, come uscire da questa drammatica impasse? Semplicemente eliminando i numerosi ostacoli che impediscono di fare impresa. Gli ostacoli dovrebbero essere arcinoti a tutti: 1) eccessiva pressione fiscale; 2) apparato giudiziario inetto e scandalosamente politicizzato; 3) burocrazia kafkiana; 4) inadeguatezza delle infrastrutture stradali e informatiche; 4) costi dell’energia.

Ovviamente non si può chiedere ad un governo di sinistra di riformare un apparato giudiziario che è il suo strumento principale per la conquista del potere; sarebbe come pretendere che un individuo si amputi il braccio destro. Fino a che la sinistra italiana non si convincerà che deve tenere a bada la base dei fondamentalisti, i nostalgici del comunismo stalinista accecati dall’odio, la guerra civile che imperversa da decenni non avrà fine e la dissoluzione del Paese sarà ineluttabile.


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