Sostenibilità del Sistema Agroalimentare

par Andrea Campiotti
venerdì 4 gennaio 2013

Il sistema agricolo consuma una notevole quantità di energia di origine fossile per la produzione di prodotti alimentari sia vegetali (ortive, frutti, ecc.) che animali (carne, insaccati, ecc.) e latticini (mozzarelle, formaggi). FAOSTAT 2010 calcola in circa 5 miliardi di tonnellate l’anno la quantità di cibo prodotto a livello mondiale, di cui non meno di 2,4 miliardi di tonnellate la produzione di frutta e verdura (l’agricoltura dell’Unione Europea fornisce il 40% della produzione alimentare nei Paesi dell’OCSE). Tuttavia, la produzione alimentare nella società moderna risulta sempre meno conciliabile con i principi di risparmio di energia e di riduzione di emissioni di CO2 (che deriva dalla combustione dei prodotti petroliferi) ed inoltre è causa di enormi consumi di acqua potabile (a livello mondiale 70% dei consumi totali è per uso agricolo).

In Italia i consumi energetici di energia (termica ed elettrica) per il sistema agricolo, sono calcolati in circa 3,3 Mtep, a cui occorre aggiungere la quota di energia consumata in modo indiretto (soprattutto plastica) e dall’industria alimentare per una quota non è inferiore a 13 Mtep (dati ENEA). Appare chiaramente la necessità di sviluppare un sistema agroalimentare sostenibile, basato sull’efficienza energetica, su modi di produzione a basso impatto energetico ed ambientale, sulla valorizzazione della variabilità genetica delle piante alimentari (attualmente delle oltre 27.000 piante superiori disponibili soltanto 30 sono quelle che forniscono il 90% del fabbisogno energetico alimentare alla popolazione mondiale). 



A fronte di questi dati, l’obiettivo generale è ormai quello di riuscire a coniugare le necessità alimentari con le esigenze di risparmio energetico, di rispetto dell’ambiente, di salvaguardia e uso razionale delle risorse naturali. Infine, è indispensabile l’eliminazione degli sprechi alimentari, se consideriamo che in Europa lo spreco di cibo è stato calcolato annualmente in oltre 95 kg pro-capite (FAO).


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