Sorpresa: nessuno vuole fare più il Pm

par Elia Banelli
sabato 28 marzo 2009

Sarà stata la retorica berlusconiana degli ultimi 15 anni sui giudici "metastasi della democrazia", sarà stata la generale delegittimazione, anche da parte del centrosinistra, delle inchieste giudiziarie sulla politica, dall’Abruzzo alla Campania fino in Toscana.

Sarà stata anche la difesa di casta del Csm e dell’Anm contro i pm più coraggiosi e indipendenti, come Luigi De Magistris, ed i velenosi attacchi dei "compagni" di casa nostra alle indagini scomode di Clementina Forleo.

Sarà, ma un fatto è certo: la carriera da pubblico ministero non è più ambita come una volta.

Un mix di ostacoli, insieme alla generale sfiducia dei cittadini per una giustizia sempre più lenta e farraginosa (con le leggi dei governi che vanno sempre nella direzione che non risolvono i problemi) avrà posto le basi per i dati allarmanti di questi giorni: su 206 posti disponibili da sostituto procuratore ben 121 restano scoperti.

Il concorso interno cominciato il 16 gennaio e chiuso un paio di settimane fa registra una grave disaffezione verso la professione di pm. Il Consiglio Superiore della Magistratura avverte che mai si è arrivati ad un gradimento così basso, quasi assente.


La lista delle sedi vacanti non riguarda solo le regioni desolate del Sud ma anche "tranquilli" comuni del Nord: da Brescia (9 respinti su 9 posti disponibili), Lecco e Aosta (due su due), a Venezia, Gorizia, Biella, Vercelli, Vigevano e Busto Arsizio. Il dramma ovviamente si registra nel meridione. In Sardegna, a Nuoro risultano 4 posti vuoti su 4, a Sassari uno su due.

Nelle procure di mezza Calabria non è arrivata neppure una domanda. A Catanzaro restano "abbandonati" sette posti su sette. Drastiche le assenze su Castrovillari, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme (comune sciolto in passato per infiltrazioni mafiose), Locri, Palmi: nessuna domanda per 19 posti disponibili da sostituto procuratore.

Infine in Sicilia, dove su 57 posti vacanti nei vari uffici giudiziari, da Palermo a Barcellona Pozzo di Gotto, da Enna a Gela, da Nicosia a Caltanissetta, le domande sono solo 5.

Secondo la Terza Commissione del Csm, "è stata uccisa la vocazione". Per il professor Mauro Volpi, membro laico della Terza, le cause di questa sfiducia sono rintracciabili "nell’incertezza sul ruolo e sui poteri del pm e sulla costante propaganda con l’affondo di questi mesi". Ovvero il pm descritto come avvocato dell’accusa, la scure sulle intercettazioni, e la minor autonomia dei procuratori rispetto alla polizia giudiziaria.

Un cocktail micidiale che rischia di erodere dall’interno lo Stato di diritto, per la gioia di un paese dove l’impunità dei colletti bianchi e della borghesia mafiosa (per citare il procuratore anti-mafia Roberto Scarpinato) raggiunge livelli e vette incontrastate.

Tutto questo, unito alle accuse a Saviano di "protagonismo dell’anti-mafia" ci delineano uno scenario futuro poco incoraggiante, dove gli unici giornalisti "legittimati" ad occuparsi di camorra in tv saranno Emilio Fede e Paolo Liguori, mentre le indagini scomode verranno affidate al giudice Santi Licheri.


Leggi l'articolo completo e i commenti