Sono donna, italiana e mi sento un fenomeno

par Resistenza Internazionale
mercoledì 31 luglio 2013

Sono giorni che mi dico che essere donna in questo Paese è sinonimo di essere un fenomeno. Un fenomeno di resistenza, di sopravvivenza. Di rigetto ad essere trasformate in fenomeni da baraccone. Mica semplice, visti i fatti.

C’è questo nuovo sport dell’estate, il tiro alla Kyenge, tiro d’insulti, di banane. Consiglieri leghisti di Cantù che abbandonano la sala, tiro mancino al rispetto umano e democratico. Il Ministro, di fuori, sbianca, attonito; diventa nero dentro.

Diventeremmo nere, incazzate nere, tutte, a leggere che sia solo il Viminale a decretare tolleranza zero al razzismo; la consolidata e poderosa tolleranza zero alla kazaka, immaginiamo. Ma il Governo, il Presidente che in quel Governo ha voluto Cécile come bandiera dell’uguaglianza e dei diritti, tace, sepolcro imbiancato, la lascia sola a difendersi, coi Maroni finalmente un po’ girati (lei). E così facendo svuota di valore una scelta che credevamo preziosa. Questa donna non era che uno spot, dunque, Presidente.

C’è poi la Biancofiore che minaccia le dimissioni – come se questa fosse una sciagura per il Paese - se Berlusconi verrà condannato.

Ci sono le stragi di Massa che ormai sono di massa (e di Salerno e di Lecce; il bollettino di guerra delle ultime 48 ore). E campeggia sempre la parola "gelosia" sui giornali, proprio non potete farne a meno di questo linguaggio da commedia all’italiana, tutti i particolari in cronaca.

C’è l’inquietante concorso di Miss Mamma Italiana dove le partecipanti hanno rubato i vestiti alla Barbie Principessa e manca solo la scatola di plastica trasparente in cui inserirle per la foto. Insomma, inscatolata ed arrampicata su degli zatteroni gialli fluo potrei trovarci mia madre, l’anno prossimo. Por dios.

C’è la Cancellieri che, mentre si frattura l’omero, rende omerica pure la lotta allo stalking, facendo scivolare da quattro a cinque anni il tetto per il carcere preventivo. Sarà un’odissea ulteriore per ogni donna vittima di violenza di genere.

Inaspettato giunge però stamattina il riscatto per noi tutte, sotto forma di tre paginone sul (mio solito e a cui voglio pure bene) quotidiano dedicate alla donna accanto; quella che una volta stava dietro ad ogni grande uomo e che, se continuiamo così, come illustrato sopra, chissà quando passerà davanti e smetterà di essere un fenomeno. Noi, nel frattempo, molto polle, per un nanosecondo ci sentiamo un po’ Melinda Gates e Rosita Missoni. A stelle e strisce ma, soprattutto, a zigzag.

Di @MonicaRBedana

 

Foto: Julien Fong/Flickr


Leggi l'articolo completo e i commenti