Sondaggisti i veri sconfitti? Forse no…

par YouTrend
giovedì 28 febbraio 2013

Tutti i media dopo le prime proiezioni sui voti reali, hanno subito fatto notare come i sondaggi della vigilia hanno previsto un risultato sbagliato, sollevando un polverone sulla categoria dei sondaggisti. Ma cosa è successo veramente?

YouTrend, che è in possesso dei sondaggi delle settimana precedente l’elezioni, ha voluto confrontarli con i risultati reali e cercare di analizzare il problema partendo da tre ipotesi che giustifichino la tesi che i sondaggi hanno previsto un risultato sbagliato.

IPOTESI 1: I SONDAGGISTI DOVREBBERO CAMBIARE MESTIERE

Se quest’ipotesi fosse vera, non avrebbero dovuto sbagliare solo il risultato di PD e M5S, ma anche quello di tutti gli altri partiti. Quest’ipotesi è dunque sfatata dal confronto tra il risultato reale e la media dei sondaggi della settimana precedente le elezioni: l’errore assoluto dei singoli partiti è molto basso, spesso sotto l’1%, tranne per PD e M5S che supera il 5%, portando l’errore medio all’1,4%. Nello specifico l’errore di PDL e Scelta Civica è di circa lo 0.5%, quello di RC e Lega supera di poco il punto percentuale.

IPOTESI 2: TUTTI GLI INDECISI HANNO VOTATO PER GRILLO

In quest’ipotesi, partendo dalla media dei sondaggi (che stimava un’affluenza intorno al 70%), il M5S arriverebbe a un punto dal risultato reale, ma aumenterebbe l’errore di quasi tutti i partiti, tranne Lega e RC e non lo ridurrebbe abbastanza per il PD. Sebbene l’errore medio scenda, non lo fa abbastanza.

IPOTESI 3: TRAVASO DI VOTI DAL PD A GRILLO

La chiusura col botto di Grillo in piazza San Giovanni, luogo simbolo della sinistra italiana, la percezione che la vittoria fosse ormai nelle mani del PD e che di conseguenza dare il proprio voto a Grillo non sarebbe stato un rischio, ha spinto il 4,5% di coloro che sino al giorno prima hanno dichiarato di votare per il PD a spostarsi sul M5S tra sabato e domenica. Ragionamenti simili (ma con motivazioni diverse) avrebbero potuto spingere l’1% dell’elettorato leghista e di Ingroia a fare la stessa cosa. Considerando l’ardita ipotesi dell’effetto travaso, l’errore dei singoli partiti scenderebbe in tutti i casi sotto lo 0,5%, portando il M5S a valori simili a quelli reali.

CONCLUSIONI

È assai difficile che si sia verificata la prima ipotesi, ovvero che i sondaggisti dovrebbero cambiare mestiere, in quanto l’errore medio è relativamente basso e solo due partiti hanno l’errore assoluto alto. Probabilmente PD e M5S, (per entrare nello specifico del lavoro dei sondaggisti) hanno quote di popolazione simili sotto alcuni profili: un aspetto che ha potuto confondere non poco gli addetti ai lavori, i quali hanno dovuto combattere anche con il fatto che ben il 40% dei voti era assegnato a dei partiti che non avevano storico (sebbene l’errore medio nello stimare nuovi soggetti come FLI, SC, RC, FID e FDI sia particolarmente basso). È assai improbabile che il 100% degli indecisi, che alla fine hanno votato, abbiano scelto Grillo: molto probabilmente hanno votato seguendo una distribuzione che ha premiato maggiormente lo stesso Grillo e Berlusconi, ma certamente non abbastanza da ribaltare la previsione dei sondaggi. L’ipotesi del travaso è affascinante, sebbene sia improbabile che sia stato di 4,5 punti; più probabilmente il travaso ha avuto un’intensità inferiore, combinato con l’effetto affluenza (che ha premiato Grillo e Berlusconi) portando a questa discrepanza coi sondaggi della vigilia. L’errore statistico ha fatto il resto.

Di Roberto Greco


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