Solo adesioni unilaterali faranno affermare il diritto internazionale

par Antonio Del Lungo
venerdì 4 aprile 2025

Qualche sera fa, in un dibattito televisivo nel salotto di Lilli Gruber, Nathalie Tocci e Massimo Giannini, come accade frequentemente, si stracciavano le vesti per l’orrida violazione del diritto internazionale perpetrata dalla Russia in Ucraina; collegato da remoto, Marco Travaglio li spiazzava elencando le numerosissime e gravi violazioni del diritto internazionale operate da noi occidentali negli ultimi 3 decenni, concludendo che il diritto internazionale, ad oggi, è solo un esercizio teorico ed evidenziando quanto sia estremamente ipocrita che proprio noi, violatori seriali, ne pretendiamo il rispetto da altri.

Su questo la discussione è andata in affanno e si è replicato che, anche se questo è vero, non si può accettare un mondo senza diritto internazionale e che le sue violazioni non possono essere l’alibi per negarlo. 

Vorrei partire da questi spunti per fare un po’ di ordine sulla questione dell’esistenza o meno del diritto internazionale e sulle strade percorribili per la sua auspicabile affermazione. Inizierei col condividere la convinzione che il diritto internazionale sia attualmente soltanto un concetto astratto esente dalle prassi politiche; la geopolitica tutta, ancora oggi, non contempla categorie etiche e men che mai riferimenti al diritto internazionale; la geopolitica agisce soltanto per il conseguimento dei vantaggi derivanti dall’esercizio del potere, potere conseguibile tramite l’uso della forza. Anche se viviamo in un sistema di paesi democratici, che si richiamano sempre al rispetto del diritto, nella realtà i nostri governi non sono interessati alla sua applicazione e se ne riempono la bocca solo per meri motivi propagandistici. Di fatto, le dinamiche politiche internazionali si reggono unicamente sui rapporti di forza bruta. E’ pertanto mera utopia ambire ad un prossimo avvento del diritto internazionale come regolatore delle relazioni tra stati? E se non è una utopia, quale è la strada necessaria perché questo possa affermarsi? 

Affidandoci agli insegnamenti della Storia, possiamo constatare in quali condizioni ed attraverso quali percorsi, l’umanità abbia conseguito in passato importantissime conquiste di civiltà ed ipotizzare un metodo analogo per far nascere in futuro un reale e sostanziale diritto internazionale. Ogni grande conquista di civiltà, qualcuna completamente conseguita, altre sulla strada di divenire universali, si è sempre affermata attraverso la decisione forte di un gruppo sociale di riconoscerne unilateralmente la validità e farla propria. Una volta il piccolo Granducato di Toscana pensò fosse opportuno eliminare la tortura e la pena di morte dal sistema giudiziario e lo fece autonomamente come primo ed unico paese al mondo. Se avesse aspettato che lo facessero altri, o avesse posto la condizione di farlo solo a patto che altri lo facessero, simile conquista forse non si sarebbe realizzata per molto tempo ancora. Analogamente l’abolizione della tratta degli schiavi e della schiavitù stessa fu il frutto di scelte unilaterali di nazioni come la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. In buona sostanza, l’unico modo pratico per conseguire la conquista del diritto internazionale è lo stesso degli esempi citati: è necessario che alcuni paesi inizino, unilateralmente, a riconoscerlo e rispettarlo in ogni propria decisione e prassi politica. Una volta che uno o più stati rispetteranno sostanzialmente e non solo formalmente il diritto internazionale, potranno avviare relazioni privilegiate con quei paesi che andranno via via ad aderire a simili comportamenti virtuosi, riducendo, al contempo, i rapporti con le entità nazionali refrattarie. Questi processi funzionano solo se realmente e coerentemente conseguiti. Pretendere da altri l’osservazione del diritto internazionale mentre io non lo rispetto, non funziona. Pretendere una giustizia internazionale per chi lo viola, quando io non aderisco agli organi preposti o non eseguo le loro richieste, non funziona. Chiedere alla Russia di rispettare il diritto internazionale e contemporaneamente non chiederlo al mio alleato Israele, non funziona. 

Sono convinto che un giorno avremo l'affermazione del diritto internazionale, ma ci arriveremo soltanto attraverso un lungo percorso nel quale alcuni stati inizieranno, unilateralmente, a rispettarlo ed applicarlo verso se stessi ed i propri alleati, dando il buon esempio e privilegiando le relazioni politiche e commerciali con quanti aderiranno, analogamente, a simile principio. La via maestra di ogni conquista di civiltà è pretenderla prima di tutto da se stessi, senza compromessi ed aspettare che altri trovino positivo aderirvi. La via più inutile è pretenderla dagli altri quando sono il primo a rifiutarla. Grossomodo tutte le conquiste di civiltà del passato sono arrivate da coraggiose scelte unilaterali di paesi europei e/o loro stretti alleati; non sono sicuro che l’affermazione del diritto internazionale, attraverso un percorso che richiederà decenni e forse secoli, arriverà anche questa volta dal vecchio continente che appare, al momento, in un declino di identità culturale e morale forse inarrestabile. ADL

Foto Omar Ramadan/Pexels


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