Società Autostrade e crollo del ponte di Genova | Revoca della concessione: macchine indietro, adagio

par alessandro tantussi
venerdì 17 agosto 2018

Il Governo ha orgogliosamente annunciato, pubblicamente: “udite, udite, revochiamo la convenzione ad Autostrade, senza se e senza ma”.

A onor del vero nel comunicato ufficiale del governo, scritto nero su bianco, già non si parlava di revoche.

Abbiamo saputo che la revoca della concessione…. beh oggi non si fa, domani, forse. Dopo una accurata indagine, probabilmente, chissà.

Evidentemente tutto dipenderà dai risultati. dell'indagine, in sostanza del processo. Com’è giusto che sia in un paese civile.

Nei prossimi giorni è possibile che innestino decisamente la marcia indietro e rinuncino alla revoca della concessione, ma è assai più probabile che se ne parli sempre meno e la cosa, piano piano, finisca nel dimenticatoio.

Forse domani, o più probabilmente nei prossimi giorni, il titolo autostrade tenterà un rimbalzo in borsa, o magari una lenta risalita. Sarebbe da comprarne un po', con cautela.

Ma intanto oggi sono stati bruciati cinque miliardi e qualcuno ci ha lasciato le penne.

Cos’ha ottenuto il governo con la minaccia di revocare la concessione? Un danno economico da 5 miliardi in borsa, pari a cinque o dieci volte il costo della ricostruzione del ponte di Genova. Il 30% di quel danno lo ha pagato la famiglia Benetton (e può darsi che se lo meriti), 3,5 miliardi li pagano i piccoli risparmiatori, i fondi comuni, gli obbligazionisti, i dipendenti, i fornitori, i creditori… e perfino i clienti. Tutta gente che non ha alcuna colpa.

E' è servito a qualcosa? Le strade sono più sicure?

Parliamoci chiaro, non è mica necessario che le autostrade siano private, se lo Stato ha capitali per costruirle e le capacità tecniche per gestirle in modo efficiente... le faccia pure. Personalmente credo poco nella capacità di gestione dello Stato, ma questa è solo una mia opinione. Ben vengano le autostrade pubbliche. Magari anche senza pedaggio. E’ solo un problema di soldi e di capacità imprenditoriale, ovvero capacità di gestione dell’opera.

Se lo Stato dispone dei soldi (senza aumentare le tasse) ed è in grado di costruire le opere pubbliche… si faccia avanti e costruisca, siamo tutti contenti. L’italia ha un estremo bisogno di infrastrutture nuove e di manutenzione per quelle esistenti. Ma i soldi ci sono? Il principio della concessione (o del project financing e cose del genere, roba che esiste in tutto il mondo) non è stato ideato mica per fare un regalo ai privati, nasce per la necessità di realizzare opere e per la mancanza di capitali pubblici. I privati ci investono e, se la cosa è fatta bene, c'è un vantaggio per tutti. Per l'impresa perché realizza un profitto e per il pubblico perché realizza un'opera necessaria. Ma chi investe nella concessione... come minimo vuole essere tutelato contro l'arbitrio. Altrimenti ce lo possiamo scordare che, in Italia, la gente investa in opere pubbliche o i imprese di qualsiasi genere.

Se andiamo avanti così... gli investitori, italiani ed esteri, fuggiranno, il declino economico e la disoccupazione aumenteranno. Ho l’impressione (è una mia impressione e mi assumo il rischio di prendere un granchio grosso come un favollo) che si faccia un po’ di confusione fra impresa (azienda) e imprenditore.

L’imprenditore è una persona, può essere bravo o incapace, onesto o disonesto. Così come i dipendenti e come tutti gli uomini, qualsiasi lavoro facciano, dal più umile al più prestigioso, dal magistrato al porta. Mettere in galera le persone, se hanno commesso un reato, è doveroso, mettere in crisi le imprese è da dementi. Revocare la concessione? E per cosa? A prescindere dalle penali, cosa ottieni quando hai revocato la concessione? L'impresa in se (per quanto ne so) è sana, dispone di mezzi tecnici, economici, personale ed organizzazione. Se qualcuno pensa che si possa revocare la concessione ad Autostrade, passare tutto all'Anas ed ottenere un vantaggio... è in illuso. Quanti sono le strade, i ponti ed i viadotti gestiti dall’Anas (o dal “pubblico”) che sono a rischio, mal costruiti, pieni di difetti, buche, scarsa manutenzione e roba del genere. E di solito non è colpa delle persone che ci lavorano, ma della politica e della mancanza di risorse.

E se togliamo la concessione a soc. Autostrade per poi concederla ad altri, pensate forse che cambi qualcosa? Se i nuovi gestori saranno degli avidi e non saranno soggetti a controllo su quello che fanno… avremo forse qualche garanzia in più sul fatto che facciano la manutenzione delle opere? Se dietro al crollo del ponte di Genova c’è una responsabilità… è a livello di persone: il principale azionista o forse il CDA, o forse gli alti dirigenti. Non lo so. Per saperlo bisogna indagare. Si indaghi, si giudichino le persone, si condannino, si sbattano in galera e, a titolo di risarcimento, si pignorino le loro quote di proprietà. Possiamo pure decidere, al limite, di tagliargli la mano destra. Ma dopo un processo.

Per quanto riguarda l'impresa però (o forse sarebbe meglio dire l'azienda, intesa come complesso di beni organizzati per l’esercizio dell’impresa....) beh, quella salviamola. E per cortesia, non penalizziamo i risparmiatori, i dipendenti, i fornitori, gli obbligazionisti, i creditori, le banche, i clienti...


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