Social card: due euro e cinquanta di spesa

par Bernardo Aiello
martedì 21 aprile 2009

Come ogni mattina, anche oggi il vostro reporter è uscito a fare la spesa al negozietto all’angolo. E come ogni sabato, nelle scale, vi era il ragazzo delle pulizie che lavorava e ci siamo salutati.

Di ritorno con i pacchi della spesa, aveva finito ed era seduto su un muretto a riposare e mi ha chiesto con un sorriso ironico: "Ha fatto due euro e cinquanta di spesa?". Sulle prime non ho capito cosa volesse dire e l’ho guardato a mia volta con un sorriso di circostanza; poi ho fatto un poco di conti ed ho capito.

Se dividiamo il bonus mensile delle social cards inventate dal Ministro Tremonti, fanno proprio una spesa giornaliera di circa due euro e cinquanta. Evidentemente il ragazzo gode di questo beneficio ed arrotonda con qualche lavoretto, come ad esempio pulire le scale dei condomini.


Con le mie due buste di spesa in mano, ho varcato la soglia di casa un poco vergognandomi, e ho deciso di far qualcosa per il ragazzo delle pulizie e per gli oltre seicentomila beneficiari di social cards nel modo a me più congeniale, ossia scrivendone.

Dopo il primo passo dell’attivazione del beneficio e dell’accertamento della vasta area del bisogno estremo, figlia della crisi finanziaria ma, per certi versi, endemica in alcune aree del Meridione d’Italia, non si è fatto più nulla per migliorare le cose.

Eppure non è arduo compito individuare gli sprechi da tagliare per trovare le risorse necessarie per portare la dotazione mensile ad un valore più dignitoso, per esempio ad ottanta euro mensili, in modo da far diventare di cinque euro la spesa giornaliera consentita.

Mi chiedo perché governo ed opposizione non sospendono le ostilità per qualche momento e non si aiutano a vicenda per raggiungere questo semplice concreto obiettivo. Non mi sembra molto difficile. In tanti lo apprezzeremo.


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