So’soddisfazioni
par L’89
mercoledì 9 settembre 2009
Torniamo, e stavolta a titolo definitivo: riprendono i ritmi della scorsa – fortunata – stagione. Sì, fortunata: malgrado la sosta fa piacere trovare le visite dei “fedelissimi”. Non rinunceremmo mai a loro, come crediamo possa essere agevolissimamente il contrario. E comunque, so’ soddisfazioni.
Ora proprio non potremmo fermarci. Ora che alle porte bussa un autunno thriller, da gustare in panciolle, forcone sempre in mano. La necessità d’enumerare le svolte che di giorno in giorno c’aspettano ci sembra superflua. Non bastassero le croache che d’ora s’aggiornano, e raccontano l’impervio e triste digradare di un uomo e il suo paese (sull’aggettivo possessivo ammicco: intendiamoci).
Ferri cortissimi col fu delfino, che non attende e risponde per le rime. “Tutto ok un beneamato cazzo”, e sfido a trattare. L’uomo è furbo, pronto ai dichiarazionismi laici laddove Oltre Tevere ci s’aspetta un governo supplichevole, genuflesso sotto cupola. E smarca sé e – pochi – suoi, piantando una grana, una crepa, che i testicoli gleli fa roteare. Insomma: mi sposto di là e tiro via la coperta. Freddi tuoi.
Solo freddo? Qualcuno (che siano i ben informati, e magari di professione?), lui, lo vede già nudo.”E’ una follia che ci siano frammenti di Procura che da Palermo a Milano guardano ancora a fatti del ‘92, del ‘93, del ‘94” , grida. Definendosi, stavolta, torero (questa, all’istrine, mancava). Perchè aprire alle indagini sulle bombe stato-mafia? Perchè difendersi dalla luce che su quelle vicende vuole fare chiarezza nonostante la ruling-medio-class ignori il suo ruolo e vieppiù il contesto in questione? Le sensazioni più svariate avranno percorso la sua schiena, e le decisioni sulla scaletta da eseguire, al solito, a braccio. Strafacendo, certo. Ma il tema è: in quelle faccende vogliono farmi passare per protagonista. Calunnie calunnie calunnie, coi soldi di tutti voi. Ancora, quindi: perchè?
Nel giorno in cui Bongiorno defunge, il suo pensare premonitore – mai per merito- deve avergli riportato alla memoria il Rischiatutto: e rischia, si gioca tutto, cerca di non precipitare o di essere perfetto facendolo. E con lui il suo, il nostro (altro aggettivo-complice: capito il senso?) mondo. Sta a vedere che il cavallo Dell’Utri è dato perdente, e che lui sta cominciando a maledire e incolpare la sorte avversa.
Ma Fini, quindi? Torniamo a bomba e diciamocelo: lo innervosisce. E se la stagiocando. Se fosse lui a sentenziare l’epilogo, medaglia al merito. E’ vero, e preferirei ferirmi con del vetro piuttosto che dar ragione a Feltri (toni da commisurare e soppesare): è un furbastro, gioca d’anticipo su campi venturi, è quello che è stato e non è ora, è un riformista di plastica, sa di flatulenza politica stantia. A casa mia, comunque, l’odio d’un solo fascista (e diamine se gliel’hanno promessa) è una medaglia (sia chiaro, vivo da solo). B. giura di non essererlo, dittatore, e la butto: se a liberarcene fosse un fascista sarebbe curioso. Nioente facce: cerchiamo d’accontentarci. D’altronde i segnali di distensione democratica arrivano anche da Arcore, cogliamoli come frutta a maggio: la libertà d’espressione non è in pericolo, dice. Non abbiamo ancora ucciso nessuno. So’ soddifazioni.
U’