Smentiti gli israeliani sul missile iraniano?

par Fabio Della Pergola
sabato 7 febbraio 2015

Con una certa enfasi La Stampa ci ha voluto informare che secondo la “bibbia britannica degli armamenti”, il “IHS Jane’s Defence Weekly”, le tesi israeliane sui missili a testata nucleare dell’Iran sono state smentite.

In realtà la testata inglese si è limitata a ridimensionare un servizio della televisione israeliana Channel 2 relativo ad un presunto missile a lunga gittata che sarebbe stato individuato nel centro spaziale nella provincia di Semnan.

Il servizio era effettivamente un po’ superficiale e le conclusioni affrettate, ma le conclusioni del quotidiano torinese lo sono notevolmente di più dal momento che dal falso scoop di Channel 2 sembra dedurre nientemeno che tutte le preoccupazioni israeliane in merito al programma atomico e missilistico iraniano sarebbero fantasticherie senza fondamento.

In realtà la rivista inglese si è limitata a sostenere che “L’Iran non si sta preparando a lanciare un nuovo razzo con un satellite, come sostenuto dai media israeliani” e che il nuovo impianto missilistico non è ancora terminato.

Niente di più. Il che non intacca quello che già si sa, da tempo, sul progetto missilistico iraniano. Altra cosa da quello atomico che è alla base delle attuali trattative che tanto preoccupano Gerusalemme.

Come ci ricorda un libro di Anthony H. Cordesman e Martin Kleiber, Iran's Military Forces and Warfighting Capabilities, pubblicato nel 2007 dal Center for Strategic and International Studies, l’Unione Sovietica produsse e stoccò in Ucraina un notevole numero di Raduga KH-55, missili da crociera, capaci di portare testate nucleari fino a 2500-3000 km. di distanza.

Al dissolvimento dell’Unione Sovietica la maggior parte di questi missili rimase in Ucraina e un certo numero di essi prese strane vie non ufficiali né consentite dagli accordi internazionali. Cioè illecite.

Gli autori sostengono che nel 2001 dodici di questi missili abbiano preso la strada per l’Iran, sei per la Cina e che di un altro paio si siano perse le tracce. La notizia è stata confermata da ufficiali ucraini, ma ovviamente smentita dai governi di Teheran e Pechino.

I missili non costituiscono un problema reale in sé, ma sono sufficienti per permettere di acquisire le capacità tecniche della tecnologia missilistica finalizzata al trasporto di testate nucleari e al suo successivo sviluppo e ammodernamento.

La questione era ben nota almeno dal 2005 quando il procuratore generale ucraino, Svyatoslav Piskun lo ammise ufficialmente. La notizia fu quindi riportata dal Financial Times.

Perfino un paper sulla questione del nucleare iraniano, pubblicato nel 2008 sul sito del Centro Universitario di Studi Strategici ed Internazionali dell'Università di Firenze, accennava alla questione dei missili ucraini.

La conclusione, piuttosto banale, nonostante le smentite de La Stampa, è che è noto a tutti, non solo a Israele, che l’Iran non si preoccupò affatto del rispetto delle convenzioni internazionali e portò a casa, illegalmente, missili in grado di trasportare per almeno 2500 km. delle testate nucleari (quindi abbondantemente in grado di colpire Israele).

Per quale motivo si è dato tanto da fare per procurarsi vettori di quel tipo se ha sempre dichiarato che il suo programma atomico è finalizzato solo ed unicamente a fini non militari, resta la domanda a cui non si vuole rispondere.

Foto: janes.com


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