Sistema giudiziario ed handicap

par Bernardo Aiello
martedì 27 ottobre 2009

L’ultima proposta in tema di riforma del sistema giudiziario è stata avanzata dall’Associazione di categoria degli avvocati e consiste nella netta ed integrale separazione fra magistratura giudicante e magistratura inquirente, sino a presupporre due diversi e distinti C.S.M..

Insomma, sembra acclarato che abbiamo attualmente un C.S.M. che mal funziona e si vorrebbe farne due, sia pure con nuova e diversa formazione. La cosa lascia un poco perplessi, almeno per andarsene con fratello Guglielmo da Ockam, il quale ammoniva i suoi studenti di Oxford “entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem” , ossia “gli enti non devono essere moltiplicati oltre necessità”.

Insomma, forse, così facendo, risolveremo ben poco i problemi del nostro sistema giudiziario.

Prendiamo ad esempio un caso concreto, quello dei parcheggi dei disabili nelle zone a traffico limitato, le Z.T.L., dove è necessario pagare una somma per poter parcheggiare.

Orbene, la normativa sulla disabilità, venendo incontro all’esigenza di favorire la mobilità delle persone disabili, ha previsto che una percentuale dei parcheggi delle Z.T.L. sia gratuitamente destinata ai disabili. Successivi interventi esplicativi della norma hanno portato a consentire l’utilizzo gratuito dei parcheggi a pagamento della Z.T.L. al disabile che trovasse occupato il posto specificatamente previsto per i portatori di handicap.

Oggi le cose non stanno più così perché la Cassazione, con sentenza n.21271/09, ha stabilito che, invece, il disabile che trova occupato lo stallo per disabili e si parcheggia affianco, deve pagare l’odioso balzello. Il motivo portato a sostengo di questa decisione è che, secondo legge, l’ente proprietario della strada può o vietare o limitare o subordinare al pagamento di una somma il parcheggio.


Dunque può consentire il parcheggio ai disabili negli appositi stalli non vietandolo, ma nelle aree a pagamento contigue il pagamento deve sempre avvenire come deciso dall’Ente, anche se il disabile ci si è parcheggiato perché ha trovato già occupato lo stallo specificatamente e gratuitamente dedicato alla sua categoria di appartenenza: dura lex sed lex !

A noi cittadini disabili questa interpretazione della legge poco convince, perché fra le cose che conosciamo della Costituzione vi è l’articolo 3, quello che dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, da cui consegue che il diritto alla mobilità deve valere egualmente per tutti i disabili, e non in maniera diversa per quelli che arrivano prima rispetto a quelli che arrivano dopo.
Al limite si facciano pagare tutti, anche i disabili parcheggiati negli stalli a loro destinati, perché così, giusto o sbagliato che sia, la legge sarebbe eguale per tutti.

Vi è. poi. il caso in cui guidatore e disabile sono la stessa persona ; ad esempio se il disabile cammina con un ausilio meccanico tipo girello e guida una autovettura modificata con la frizione portata al volante. Non parliamo di casi teorici, ma di soggetti in carne ed ossa che raggiungono così la sede dell’Associazione "Senza Barriere" di Messina.
In questo caso, quello che è riportato nel testo della legge come "pagare una somma", diventa raggiungere il più vicino tabacchino, acquistare un gratta-e-sosta e ritornare alla macchina. Nella generalità dei casi la cosa è più difficile per chi ha problemi di mobilità piuttosto che per chi non ne ha. Nella degradata realtà urbana del profondo Sud, poi, la cosa può diventare impossibile per il disabile per uno dei seguenti motivi :
a) Il tabacchino è in un locale non accessibile a causa di due bei gradini davanti la porta ;
b) Il percorso esterno dall’autovettura al tabacchino non è accessibile perchè gli scivoli agli angoli dei marciapiedi sono occupati da autovetture, che non hanno trovato posto altrove ;
c) idem come sopra perchè così non si paga il balzello delle ZTL, tanto se parcheggio ad angolo gli ausiliari del traffico non possono farmi nulla ed i vigili, nelle zone battute dagli ausiliari del traffico, sono ormai un lontano ricordo.
Certamente applicare nel concreto una norma, astratta di per se, non sempre è facile. Per questo motivo l’Associazione "Senza Barriere" ha fatto suo il motto "non di noi senza di noi".

E tutto questo, direte voi, cosa c’azzecca con il doppio C.S.M.? Appunto.


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