Siria, strage di civili: Onu impotente. Intervenga la Nato!

par Fabrizio Vinci
domenica 10 giugno 2012

Sempre più esplosiva la situazione in Siria: solo nella giornata di ieri, secondo gli osservatori internazionali, sono stati uccisi ottantatré civili. Le stragi più cruente si sono materializzate nelle regioni di Homs e Daraa; dove hanno perso la vita anche tre donne e nove bambini. Il piano di pace delle Nazioni Unite sembra incapace di produrre effetti tangibili, si profila così l’eventualità di un intervento Nato come fu per la Libia.

Continua senza tregua la guerra civile in Siria, e sembra non risparmiare nessuno: al punto che i caschi blu delle Nazioni Unite sono stati accolti in territorio siriano a colpi di fucile. Da diversi mesi va avanti la mattanza di civili, eppure l’Onu, a parte le sterili minacce, non sembra rappresentare un ostacolo per il proseguimento della repressione; come se il presidente Bashar al-Assad godesse di una sorta d’immunità illimitata, grazie al veto annunciato della Russia che bloccherebbe qualunque risoluzione proveniente dal Palazzo di Vetro, tesa a un intervento diretto in territorio siriano.

Le Nazioni Unite si ritrovano così le mani legate. A quanto pare la Russia non concederà mai il nulla osta per un intervento militare (benché non più contrari alla partenza del dittatore) che consenta di arginare il massacro in atto: troppa è la paura di perdere influenza politica su un territorio strategico come quello siriano. Si profila quindi, come unica soluzione praticabile, un intervento da parte della Nato come fu per la Libia, con l’unica differenza che un conflitto in quella zona si potrebbe instaurare un effetto domino, estendendosi anche al vicino Iran.
 
Nonostante le premesse non siano incoraggianti, non è più possibile assistere immobili. L’Occidente deve assumersi le sue responsabilità anche nei confronti del popolo siriano. Assad non è più in grado di gestire il suo Paese, e la sua politica sembra materializzarsi solo nella violenza nei confronti del suo stesso popolo. Restare inermi significa diventare complici: se le Nazioni Unite, a causa dell’ostruzionismo russo, non potranno intervenire, allora sia l’Alleanza Atlantica a dimostrare al mondo che determinate forme di repressione violenta non saranno mai accettate dai Paesi civili.
 


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