Sicilia: si infiamma la campagna elettorale
par Bernardo Aiello
lunedì 1 giugno 2009
E’ il Movimento per l’Autonomia ad infiammare la campagna elettorale per la prossima consultazione elettorale europea in Sicilia, e lo fa con il suo leader carismatico Raffaele Lombardo, in maniera speculare a quanto fanno da anni la Lega Nord ed Umberto Bossi nelle regioni settentrionali.
Domenica l’occasione è stata data da un incontro del Governatore della Sicilia con un gruppo di docenti dell’Università di Messina impegnati su posizioni autonomiste, in cui ha difeso con orgoglio i risultati della sua Giunta nel contenimento e nella razionalizzazione della spesa pubblica regionale, a suo avviso vera causa dello scontro al calor bianco in corso con alcune componenti della maggioranza, di diverso avviso.
Fra gli intervenuti i docenti universitari Pierangelo Grimaudo ed Alberto Russo, quest’ultimo, costituzionalista, autore di un appassionato intervento in difesa dello Statuto dell’Autonomia Siciliana, spesso e volentieri maltrattato dalla classe politica nazionale.
E’ stato questo lo spunto più interessante del dibattito, l’aspra contrapposizione al progetto di legge, che vorrebbe far tornare indietro l’orologio della storia nella regione siciliana, rimettendo in discussione la figura del Governatore eletto dal popolo.
Alla ricerca di un modo per contrastare Raffaele Lombardo, forte di una elezione diretta con altissima percentuale, è stata avanzata una proposta di modifica dei meccanismi della politica regionale siciliana, che prevede la sfiducia del Governatore eletto dal popolo e la sua sostituzione da parte dell’Assemblea regionale, con un brusco ritorno a forme di politica indiretta e rappresentativa.
Se le cose stanno così, è automatico ripensare al siciliano Leonardo Sciascia, quando raccontava di Un Paese dove non avevano più corso le idee, dove i principi – ancora proclamati e conclamati – venivano quotidianamente irrisi, dove le ideologie si riducevano in politica a pure denominazioni nel gioco delle parti che il potere si assegnava, dove soltanto il potere per il potere contava.
A questo punto sarebbe oltremodo opportuna una ampia ed esauriente replica sull’argomento della controparte politica, interna alla maggioranza di centro-destra, che questa proposta ha avanzato, al fine di porre il cittadino-elettore nella migliore delle condizioni per esprimere il proprio voto: la democrazia funziona così.
Certamente questo accadrà nelle roventi giornate di questo giugno siciliano, in cui si andrà a votare per il Parlamento europeo, ma con l’occhio rivolto a Palermo.