Siate rivoluzionari: accontentatevi di ciò che avete
par Emilia Urso Anfuso
lunedì 2 gennaio 2012
La Vita. La Salute. Gli affetti. L’Amore. Il denaro, ma quello giusto per avere una condotta di vita decorosa. Cos’altro ci serve in questo nostro viaggio su questa terra. Viaggio a metà fra una avvenura e la scoperta di ciò che siamo e non sappiamo di essere.
Non ci vuole poi troppa fatica a vivere. Il fatto è che l’essere umano, specialmente in Occidente, perde continuamente di vista la vera lista di priorità, a tutto vantaggio di criteri e desideri non desiderabili. Ed a tutto svantaggio di una serenità che in molti potremmo vivere, a patto di esser consapevoli di esserlo.
La globalizzazione, le leggi di Mercato, il Consumismo. Strategie per rendere ognuno schiavo di concetti astratti e per questo totalmente schiavizzanti. E’ bizzarro dover constatare come le parole, che sono aria, abbiano così presa sugli esseri umani. Mentre i fatti, le cose concrete, sembrano scivolare nel sacco delle cose ovvie e di conseguenza scontate ed inutili.
L’errore di fondo nasce proprio dal fatto che chi dirige l’orchestra sa benissimo che mai nulla come le parole hanno effetti prosmatici e spesso deleteri sull’intelletto umano. Che così, plasmato ai desideri di chi coordina le tendenze, le scelte, gli acquisti e le speranze dei popoli, non riesce più a trovare il proprio centro, a beneficio di un equilibrio instabile che non fa che causare sconfitte e fallimenti di massa.
Oggi, essere rivoluzionari significa sopratutto essere consci e gioire di ciò che si ha. Non certo di ciò che si potrebbe avere senza poterlo ottenere, O ancor peggio, essendo di sposti a tutto pur di ottenere ciò che nella realtà dei fatti è un desiderio altrui.
Accontentarsi di ciò che si ha non significa rinunciare. Semmai, significa essere in grado di riconoscere autonomamente le vere esigenze all’interno della nostra anima. Per scoprire – molto spesso – tutto il superfluo che ci è stato comandato di tenere ai primi posti di liste di priorità senza alcun senso e senza alcuna ragione.
Siate rivoluzionari: gettate nella spazzatura i diktat perversi di un sistema che tende a fagocitare la realtà e l’anima di milioni di persone. Siate clementi con voi stessi. Riconoscete ciò che già avete. Date diverse scale di priorità alle persone amate, conosciute, vicine.
Non tormentatevi per ciò che credete di desiderare e che realmente non vi giova. Il compromesso fra vivere e sopravvivere è in questo piccolo “segreto”. Che, se messo in atto, vi farà scoprire quella libertà d’animo e quella serenità che non sapevate di detenere.
Essere diversi, oggi, significa sempre più, non omologarsi. E per far ciò, è necessario e prioritario liberarsi dal qualsiasi schema esterno e da qualsiasi pressione dettata da anomalie di un sistema che ha fatto degenerare lo stesso criterio di benessere.
Se continueremo ad essere granelli di una enorme clessidra che ripete il suo verso in continuazione senza mai fermarsi, non potremo mai più riconoscere la voce della nostra anima, nè tutto ciò che già ci appartiene e che un difetto di comprensione ci fa apparire inutile.
Siate rivoluzionari: riprendetevi la vita. La vostra. Non quella che ci servono su un piatto bollente e salato da pagare col sangue e con l’insoddisfazione, nella continua speranza di raggiungere limiti estremi di follia mista all’insoddisfazione estrema per ogni ogetto, cosa, evento che avremo raggiunto. In una bulimica abbuffata di nulla che a nulla piorta e tutto distrugge.
Siate rivoluzionari: abbiate il coraggio di vivere. E di accorgervene.