Siamo tutti iraniani

par Rocco Pellegrini
mercoledì 17 giugno 2009

Quel che sta succedendo in Iran è davvero incredibile e la grande novità, senza precedenti mi sembra di poter dire, è che noi possiamo seguire l’evento così come lo vive e lo costruisce la gente. Non sono i media tradizionali che ci raccontano quello che succede ma è la rete che documenta, organizza e sostiene la rivolta del popolo iraniano contro i parrucconi medioevali che opprimono quel grande popolo.

Cari amici di agoravox,

permettetemi di rivolgermi con familiarità ed affetto perchè voi tutti, che usate questo potente strumento di informazione, siete parte della trasformazione diretta ed indiretta che tutti stiamo vivendo in questi anni.

La rete non sta soltanto cambiando i rapporti fi forza nel sistema dei media ma, come dimostrano i fatti iraniani, ha raggiunto una tale energia che sta modificando gli equilibri di potere laddove nessuno avrebbe neanche osato sognarlo.

Quel che sta accadendo in queste ore in Iran è un fenomeno senza precedenti e capirlo e sostenerlo è un dovere per tutti noi.

E’ la rete che ha favorito negli anni grazie all’attività instacabile di blogger e naviganti il dissenso contro i parrucconi, e che sta guidando oggi la protesta contro il regime anacronistico che regge quel paese.

Ognuno di noi può semplicemente aprendo una pagina oppure settando il proprio IM seguire il flusso degli eventi così come lo vive la gente che organizza e sostiene la rivolta in atto.



E’ un’emozione davvero grande. Io sto seguendo da un paio di giorni dopo che Baccanico ci ha insegnato cosa fare per seguire gli eventi.

Gli studenti, le donne, tutti quelli che si sentono offesi e delusi dai brogli del regime contribuiscono in un flusso incessante di osservazioni, testimonianze, proposte, imprecazioni, speranze.

Uno dice, Yahoo non funziona più, ed un altro, non riesco ad aprire Gmail da stamattina, ma poi un altro messaggio dice Bebo funziona ancora; e poi c’è chi documenta i feriti ed i morti ignoti, c’è chi incita ad andare alla manifestazione che avverrà nel pomeriggio, chi dice che la rete funziona sempre di meno, chi suggerisce di usare proxy americani per aggirare la censura. Poi arriva uno che dice non soltanto a Teheran avete manifestato, nel mio paese di 40.000 abitanti ieri siamo scesi in piazza in 4.000.

Insomma un flusso inarrestabile di emozioni, di informazioni, di vita, la forza dell’intelligenza collettiva contro la tirannide e l’oscurantismo.

Si vincerà in Iran?

E’ difficile dare una risposta definitiva ma la sensazione che ho è che quel che si è levato in piedi è talmente forte, pacifico, potente ed innovativo che fermarlo sarà davvero difficile.


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