Si vergogni! Lettera aperta al signor Giovanardi

par Alfonso Mandia
martedì 2 aprile 2013

Caro signor Giovanardi, Lei è un degno rappresentante del lato più oscuro, ignorante, grottesco ma, ahinoi!, pericoloso, dell'anima umana. Nonostante lo schifo e l'indignazione che sento, anche a me, che scrivo da una vita del fango che ci fate piovere addosso quotidianamente dai palazzi del potere, riesce difficile trovare termini ed aggettivi che riescano a commentare la sua dichiarazione a proposito della fotografia di Federico Aldrovandi.

Le sue parole raccontano del baratro senza fondo nel quale sta precipitando l'Italia, paese che è stato capace di dare i natali a Leonardo Da Vinci ma anche a Lei.

Un paese nella schiena del quale ha affondato gli artigli gente come lei, che mentre blatera di democrazia e solidarietà, scrive leggi come quella attualmente in vigore sulle tossicodipendenze, una legge becera, retrograda, straripante ignoranza materiale e spirituale, ammesso che lei sappia cos'è lo spirito e la morale.

Certo dall'autore di una legge del genere non ci si può aspettar miracoli, in fatto di civile convivenza, ma quello che lei è stato capace di vomitare qualche giorno fa ha superato abbondantemente anche il limite che ogni essere umano degno di esser definito tale dovrebbe, a mio parere, porsi se non altro per humanae pietas.

Come si fa, dunque, per tornare all'inizio del discorso, a commentare la bestialità delle parole da Lei pronunciate?


Taglio la testa al toro e faccio un copia-incolla della Sua dichiarazione.

Sia gentile, se la rilegga, poi vada a rannicchiarsi nell'angolo più buio e angusto del bagno di casa sua, faccia cinque minuti di vergogna, si dimetta e si tolga di mezzo una volta per tutte.

Certo questo non basterà a ridar dignità all'Italia, ma almeno ogni persona per bene che vive in questo paese tirerà un sospiro di sollievo.

Non sarà un granché, questo glielo concedo, ma con i tempi che corrono sarebbe come il passaggio di un raggio di sole in un cielo nero di tempesta.

Solamente per educazione cordialmente la saluto.

“Quella foto che ha fatto vedere la madre è una foto terribile, ma quella macchia rossa dietro è un cuscino. Gli avevano appoggiato la testa su un cuscino. Non è sangue, ma neanche la madre ha detto che è sangue e neanche lo può dire, perché non è così”. (Carlo Giovanardi)


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