Shanghai Expo 2010. La cerimonia di inaugurazione una prova di forza imponente
par Leonello Bosco
venerdì 30 aprile 2010
Chi avesse avuto modo di vedere stasera la cerimonia di apertura dell’Expo 2010 di Shanghai avrà goduto di uno spettacolo assolutamente impressionante. Se alle Olimpiadi di Pechino aveva impressionato lo spiegamento di persone impiegate, la cerimonia di apertura dell’Expo 2010 è stata uno sfoggio di ipertecnologia e una chiara dimostrazione della volontà di Pechino di conquistarsi lo spazio nel palcosenico mondiale con un dispiegamento di potenza, disponiblità economica, forza organizzativa, di cui oggi forse solo la Cina sembra disporre.
Coniugata con scelte musicali davvero notevoli - tocca sempre profonde corde emotive sentire in un contesto del genere un "Nessun Dorma", prima eseguito da Andrea Boccelli, e poi ripreso da un coro che immaginiamo sterminato - la cerimonia è stato un susseguirsi continuo di elementi emotivi e simbolici estremamente raffinati quanto elementari nella loro semplicità. La Cina riesce a coniugare in una fusione culturale davvero unica, elementi atavici come armonia, amicizia, cooperazione, con l’uso della tecnologia più avanzata oggi disponibile.
L’occasione dell’ Expo 2010 è irripetibile per la Cina. 70 milioni di visitatori attesi (circa 500.000 al giorno), 180 Paesi partecipanti, tra cui ovviamente l’Italia, a cui sara’ passato il testimone per la prossima esposizione a Milano, un apparato organizzativo imponente, come sempre in Cina.
Il Paese intende sfruttare al massimo questa opportunità, e per questo sembra non aver badato a spese.
Nella sottile simbologia cinese, le immagini che sono passate stasera in televisione vogliono dire che il Paese è sempre legato alla propria traduzione confuciana, a valori profondi della proria storia, ma è pronto, prontissimo a sfidare il mondo nel campo economico e tecnologico.
Nessuno è cosi ingenuo da pensare che una mega cerimonia impressioni al punto da far dimenticare i gravi problemi e le contraddizioni che attanagliano la Cina, ma il messaggio che traspare è: "siamo capaci di tutto, saremo capaci anche di sistemare i nostri problemi"