Sfrattate le Berlusconette. La Minetti rischia il posto

par Mazzetta
venerdì 21 gennaio 2011

E il telefono di Berlusconi diventa rovente.


L'amministrazione del complesso dove si trovano gli appartamenti delle mantenute di Berlusconi ha intimato loro lo sfratto. Troppo il disagio per gli altri inquilini, scioglimento del contratto e sfratto immediato per lesione al decoro del condominio. Hanno solo otto giorni per lasciare gli appartamenti, non dovrebbero comunque finire in mezzo a una strada. Come non dovrebbe finire in mezzo a una strada Nicole Minetti (nella foto*), che vede minacciato il suo posto, e la sua retribuzione da consigliere regionale della Lombardia. Anche i suoi compagni di coalizione sono in imbarazzo nello spiegare agli elettori il senso di retribuire con denaro pubblico una persona che si è scoperta impegnata a tempo pieno nella gestione dell'harem sopra ricordato. Per non parlare delle firme false sulla sua candidatura e altri dettagli. Come al solito l'ira degli indignati si abbatte come una furia sulle figure di secondo piano, i capri espiatori sacrificati al posto del caprone, che sta facendo l'impossibile per sfuggire al suo tristo destino.

La disgrazia che si abbatte sulle sue compagne di giochi rende però molto difficile il lavoro di chi sta cercando di difendere il caprone, da una parte con sottili distinguo sulle competenze e dall'altra negando assolutamente qualsiasi ipotesi di puttaneggiamento. Diventa difficile quando le ragazze sono scacciate dalle loro dimore perché ne offendono il decoro o si devono dimettere dagli incarichi pubblici perché giudicate indegne e troppo compromesse dagli stessi compagni di partito. Una posizione poco compatibile con l'immagine di un vorticoso giro di denaro destinato a beneficiare un gruppo di giovincelle bisognose, che è la versione che stanno cercando di promuovere Berlusconi e i suoi associati. Così com'è impensabile che gli inquilini senza cuore caccino un gruppo di giovincelle bisognose, assistite da un milionario dal cuore d'oro, adducendo un danno al decoro. Evidentemente, nonostante gli sforzi fin qui profusi e il solito sacrificio di molti che si sono lanciati ben oltre il ridicolo per fare scudo a Berlusconi, non se la beve nessuno che le signorine siano qualcosa di diverso da quello scoperto dai magistrati.

Una realtà inconfutabile emersa già dalla parte di atti trasmessi al Parlamento, nei quali c'è di tutto, ma manca proprio la minima traccia di relazioni edificanti. E non si tratta nemmeno di tutte le prove già acquisite nell'inchiesta, ma "solo" di quelle ritenute necessarie per giustificare la perquisizione dell'ufficio del ragioniere di Berlusconi, quello che pagava questo gruppo di ragazze, che non è nemmeno l'unico bacino dal quale attingevano le serate bunga-bunga. Su questa ipotesi s'intravede un abbozzo di Piano B, che cerca di dipingere Berlusconi come vittima di ragazze scafatissime aizzate da famiglie avide e da presunti amici impegnati a truffarlo. Quadro forse più realistico, ma comunque una plateale ammissione d'inadeguatezza a ricoprire un ruolo come quello di Presidente del Consiglio. Presdelcons che in questo preciso momento sta subendo svariati atti di bullismo telefonico, dopo che il suo numero è divenuto pubblico insieme a quelli di tutti gli altri protagonisti della vicenda.

Sono già molti quelli che riferiscono di aver telefonato o (i più numerosi) inviato SMS poco cordiali. L'antica saggezza popolare cinese imporrebbe a questo punto di bastonare il cane che affoga, ma la vicenda non si svolge in Cina e così per ora al cane annaspa e sopravvive. Intanto l'opinione pubblica nel suo complesso fatica ad indignarsi, un po' perché è abituata da anni a questo livello di trivialità e un po' perché fatica a prendere sul serio la cosa in mezzo a tanto sghignazzare e all'enormità delle notizie che circolano. * Chissà se Bossi Jr. (aka Il Trota), rivedendo la foto, penserà a quando la sua ex-fidanzata andava ai bunga-bunga con la Minetti e Berlusconi.


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