Sesso a pagamento

par roccob
lunedì 30 marzo 2009

IO DONNA”, il femminile del Corriere della Sera di sabato 28 marzo, riferisce che, nel nostro Paese, ci sono 38.000 prostitute, delle quali, 23.000 praticanti in strada e 15.000 nelle case.

Non c’è che dire, di questi tempi assolutamente nulla di strano e tanto meno di scandaloso. Solo qualche semplice notazione e/o riflessione.

Intanto, il primo dato che vale la pena di rilevare e ricordare è che si tratta, è arcinoto, del più antico mestiere del mondo; dopo di che, però, si può aggiungere che, all’interno degli italici confini, il “mercato” poggia ormai su una forza equiparabile a quella di un corpo d’armata, ossia il massimo raggruppamento militare esistente nell’ambito di un esercito.

 
Proseguendo sul piano statistico, basandosi su una produttività prudenziale e su tariffe calmierate, è agevolmente dato di configurare una media di cinque contatti ravvicinati giornalieri per esercente e un fatturato pro capite di 150 euro.
 
Il risultato finale è che, moltiplicando tali modeste cifre per le 38.000 professioniste, ci si avvicina a circa 2 miliardi di ricavi all’anno. Ovviamente, in mancanza di normative e controlli sul tema, rigorosamente in nero.
 
La domanda non è affatto originale, ma, a fenomeno non eliminabile, si ritiene preferibile continuare a coabitare con la prostituzione nell’attuale formula “selvaggia” di casa nostra, oppure immaginare un’attività controllata e regolamentata, anche sotto l’aspetto fiscale, come accade in altre civili e vicine nazioni, ad esempio la Svizzera e l’Austria?

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