Servizio sanitario e medico di base

par Cesarezac
martedì 27 dicembre 2011

Oggi ci occuperemo di un argomento di particolare importanza. Ci occuperemo della nostra salute e di chi ha il compito di garantircela: il medico di base, altrimenti conosciuto come il medico della mutua.

Siamo tutti d’accordo che quando manca la salute manca tutto. Il medico di base conosciuto anche come il medico di famiglia, (è la denominazione da preferirsi) corrisponde a quel personaggio favoloso che in tempi andati era il medico condotto: un personaggio mitico che senza l’ausilio dell’attuale avanzatissima tecnologia, Tac, Rnm, analisi sofisticate, faceva la diagnosi e stabiliva la terapia, avendo a disposizione un armamentario terapeutico molto limitato. E’ rimasto proverbiale l’intuito diagnostico del grande Augusto Murri.

Ma, attenzione, non commettiamo l’errore di rimpiangere il passato. Oggi i progressi della scienza hanno debellato definitivamente malattie che non molti anni addietro decimavano le popolazioni: pensiamo alla peste di manzoniana memoria, pensiamo alla tubercolosi, al vaiolo, alla sifilide, alla poliomielite. Pensiamo all’ulcera, che pure mieteva le sue vittime, recentissimamente sconfitta grazie a potenti antiacidi , gli inibitori della pompa protonica.

Pensiamo infine che ogni volta che assumiamo un antibiotico, senza la provvidenziale scoperta di Fleming, la nostra vita sarebbe stata messa a repentaglio anche a causa di una banale infezione. Ma pensiamo anche ai progressi della chirurgia, ai trapianti d’organo ormai di routine, alle staminali, alla mappatura del dna, di cui sempre più spesso si serve la polizia scientifica per incastrare autori di delitti e via discorrendo.

Quindi, niente rimpianti per il passato. Tutto sommato, il servizio sanitario del nostro Paese, anche in considerazione delle risorse di cui dispone, ci assiste in modo accettabile. Tuttavia, ritengo che con un piccolo aggiustamento e senza aggravio di costi per lo Stato, anzi con assai probabili economie, si potrebbe ottenere una maggiore soddisfazione degli utenti e grossi vantaggi per la loro salute. Allo stato attuale i medici di base si sentono frustrati e non compiutamente realizzati in quanto percepiscono la loro prestigiosa professione ridotta ad una sorta di burocratica funzione.

Le visite sono necessariamente brevissime, la diagnosi viene delegata ad una miriade di specialisti, per cui la responsabilità della salute del paziente, parcellizzata fra tante figure professionali, di fatto viene ad essere annullata e comunque spessissimo il paziente che il suo medico non può seguire per mancanza di tempo, viene scaricato all’ospedale, con un aggravio di costi che tutti immaginano.

I pazienti dal canto loro, anch’essi sfiduciati, sono sempre più consapevoli che non dispongono di un medico ma di un burocrate o meglio, di un professionista messo nella condizione di non potere esercitare al meglio una professione assai delicata e difficile. In pochi minuti, con la sala d’aspetto gremita di persone in attesa, non si può affrontare il problema sanitario del paziente, ascoltare i sintomi, fare una diagnosi e stabilire una terapia.

Oggi il medico di base si vede assegnato un numero di pazienti assolutamente ingestibile: 1.500. Quanto del suo tempo può dedicare a ciascuno di essi? Ben poco. Infatti sempre più spesso, molti pazienti cercano altrove la panacea per i loro problemi di salute. Si rivolgono alle cosiddette medicine alternative, tipo agopuntura, all’omeopatia che ora la scienza ha bollato impietosamente come assolutamente inefficace al pari di un placebo, ai rimedi della nonna, quando non alle fattucchiere.

Del resto, anche uno scienziato del calibro di Umberto Veronesi ha recentemente lanciato un allarme ben preciso contro quella sorta di cultura strisciante e subdola, antiscientifica e antimodernista, oggi pericolosamente assai in voga. Se veramente vogliamo valorizzare la figura del medico di base e restituirgli quella fiducia che merita, il rimedio ci sarebbe. Sono convinto che prima o poi ci si arriverà ad onta della demagogia: dimezzare il numero di pazienti a carico del medico di base, applicare un ticket da valutare bene, ad esempio di 10 euro per ogni visita, da pagare direttamente al medico.

Oggi,tutti coloro, e sono tanti, i quali vanno dal medico senza effettiva necessità, ma unicamente perché hanno bisogno di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, si asterrebbero. Inoltre, tutto ciò che non ha un costo, non ha valore o vale poco. Con questo sistema si assicurerebbe al medico un compenso soddisfacente senza oneri a carico dello Stato. Diminuirebbero i ricoveri ospedalieri. I medici ne guadagnerebbero in soddisfazione professionale e prestigio. I pazienti a fronte di un esborso sopportabile, finalmente usufruirebbero di un medico e non di un burocrate.

Oggi, praticamente il ticket già esiste: quando un paziente è preoccupato per un problema importante, si rivolge ad uno specialista a pagamento, e rivolgersi una sola volta in un anno ad uno specialista a pagamento, spesso senza ottenere la ricevuta fiscale, costa più di quanto si spenderebbe per un anno di ticket. Quanto alle fasce sociali meno abbienti, si potrebbe studiare l’elargizione di un certo numero di ticket a costo zero. Insomma sarebbe l’uovo di Colombo. Ne guadagnerebbe lo Stato, i medici e soprattutto la salute dei cittadini.


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