Serbia riconosce la complessità e l’unicità del caso Kosovo ma non molla
par Illiric89
martedì 29 marzo 2011
La Serbia riconosce l'unicità del Kosovo a livello internazionale, ma non desiste dai suoi piani, nemmeno dopo la colossale pressione diplomatica esercitata su di lei da USA e UE.
La Repubblica di Serbia non molla sul caso Kosovo, ma tuttavia riconosce la complessità e l'unicità del caso. Per questo motivo rilancia sempre più apertamente la spartizione della Provincia e in questo gode dell'implicito placet di molti Paesi UE tra cui la Grecia, la Francia, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia e l'Ungheria.
Belgrado sembra essersi resa conto che recuperare tutto il territorio conquistato dai secessionisti albanesi è praticamente impossibile e ha perciò rafforzato la sua presenza nelle zone a maggioranza serba.
Il Kosovo del Nord è Serbia a tutti gli effetti ormai, in questa zona la politica della Repubblica di Serbia ha ottenuto un successo strepitoso: targhe automobilistiche serbe, bandiere serbe in ogni dove, viene utilizzato il dinaro serbo per i pagamenti, le banche serbe vi lavorano come se niente fosse, cartelli stradali scritti prevalentemente in lingua serba e caratteri cirillici dappertutto.
Pacolli ha svolto un ruolo fondamentale per la politica del Kosovo e anche se non si conoscono le origini della sua smisurata ricchezza egli finanzia da anni l'indipendenza di Pristina.
Ma Pacolli ora deve fare i conti con una Serbia di gran lunga più popolare e potente di quella di Milosevic. La Serbia gode ora dell'appoggio della Germania per quanto riguarda le integrazioni europee nonchè di molti altri altri Paesi ( Slovenia, Grecia e Ungheria in primis ) che non si farebbero troppi problemi ad appoggiare una spartizione del Kosovo pur di salvaguardare i loro interessi.
Benché molti simpatizzanti dei secessionisti albanesi in Kosovo considerino sciocca e impossibile una eventuale spartizione forse questa soluzione scriverebbe finalmente la parola fine al caso del Kosovo che sta letteralmente dissanguando economicamente l'UE.
La Repubblica di Serbia dal canto suo non aspetta altro.