Senza Salvini l’Italia torna in Europa; ma per fare che ?

par paolo
sabato 7 settembre 2019

Matteo Salvini chiude la sua breve esperienza di frontman dell'antieuropeismo, facendo tirare un forte sospiro di sollievo agli eurocrati. Ma c'è anche chi lo rimpiange, almeno stando a quanto dichiara lui stesso, ovviamente in diretta Facebook, nel momento di mettere nello scatolone la sua chincaglieria a sfondo religioso e di lasciare il Viminale. Senite cosa dice :"Molti poliziotti,carabinieri, vigili del fuoco, finanzieri,agenti della polizia locale, mi hanno scritto "lei sarà per sempre il nostro ministro" ed io ho risposto " prendetela come una fase di passaggio". Poi ancora ribadisce "Stamattina ho salutato centinaia di dipendenti del ministero dell'Interno, ho visto lacrime e ho chiesto la cortesia di trasformare le lacrime in sorriso, anche se capisco la rabbia di vedere nascere questo governo", frase che ha un pò un sapore stucchevole di stampo cardinalizio. 

Adesso queste dichiarazioni, se vogliamo prescindere dal delirio di onnipotenza che è la causa principale della sua disgrazia, contengono spunti che meritano un paio di considerazioni. Sulla prima è indubbio che tra i servitori dello Stato ci siano molti simpatizzanti di destra, soprattutto tra le forze dell'ordine tradizionalmente selezionate in ambienti orientati in quella direzione, ma se fosse vera cosi' come la riporta Salvini, si potebbe anche configurare una sorta di preostracimo nei confronti del nuovo ministro degli Interni, ovvero Lucia Lamorgese ex prefetto di Milano. Non sarebbe eversione ma poco ci manca. La seconda affermazione invece è poco credibile vista la scarsa frequentazione del verdognolo negli uffici ministeriali, impegnato come era nella sua perenne campagna elettorale, condotta nelle piazze o sulle spiagge, Papeete beach compreso. I rapporti di amicizia e di affetto si installano con le frequentazioni e non da distanza.

Comunque prendiamole entrambe per buone. Il soggetto è alla mano, un bonaccione, un ruspante che può indubbiamente creare un clima di simpatia casereccia. 

Il punto è che Salvini ormai è fuori dai giochi che contano e non gli resta che proseguire la sua attività di propagandista a tempo pieno che in fondo, senza alcuna discontinuità, lo ha visto protagonista dai tempi del suo impegno a Radio Padania. Quello che è certo è che la sua alzata di ingegno ha prodotto il governo Conte bis che, con tutti i se e i ma legati ad un rapporto apparentemente contro natura tra piddini e grillini, potrebbe anche rivelarsi fatale per le ambizioni leghiste; soprattutto se, invece di deragliare alla prima curva, questo governo andasse a fine legislatura e magari con qualche buon risultato per i cittadini.

Intanto lo spread è in picchiata verso il basso, con valori mai visti da anni e la borsa di Milano ( e non solo) è su valori positivi costanti. Probabile che sull'effetto della desalvinizzazione si sia sovrapposto il nodo della Brexit, in preda alle sparate del premier inglese Boris Johnson che, indubbiamente, pone questa Italia sotto una luce più favorevole. Inoltre nel carniere di Bruxelles sta insediandosi Paolo Gentiloni, designato come commissario che avrà certo diritto ad un ruolo di primissima rilevanza, essendo un ex primo ministro. Probabilmente, lo sapremo nelle prossime ore, prenderà il posto del francese Pierre Moscovici.

E' un appannaggio che spetta di diritto all'Italia per la sua importanza ma che sicuramente trova il gradimento della Presidente Ursula Von der Leyen, che è stata nominata grazie ai voti sia del PD che, soprattutto in quanto decisivi, quelli del M5S. Ricordiamoci che con la Lega al governo, la nomina sarebbe spettata ad un leghista in quanto forza politica risultata vincente alle elezioni europee in Italia che, tuttavia, ha votato contro l'elezione di Ursula. Immaginatevi con quale disponibilità d'animo si sarebbe comportata la presidente nel concedere un ruolo di primo piano ai vari Giorgetti o Bagnai piuttosto che Borghi o Rinaldi. 

Quindi sembra di poter dire che tutte le tessere si stanno incastrando per mettere il nostro paese nelle condizioni migliori. Ma la domanda è " PER FARE CHE' ?" .

Per elemosinare una maggiore flessibilità sul debito, visti anche i colpi di tosse dell'economia tedesca e la probabile nuova recessione alle porte? Per rivedere i meccanismi di Dublino su una ripartizione equa dei migranti ? Per una rifondazione dello spirito europeista in vista delle sfide globali ? Per una integrazione in tema di tutela dell'ambiente, magari con uno scorporo delle spese dal rapporto debito-pil ?. Poi c'è il nodo tuttora irrisolto dell' Africa, con alle nostre porte il caos delle guerre tribali innestate da initiative spregiudicate e unilaterali, come quella di Sarkozy quando bombardò la Libia e ci lasciò l'eredita che sappiamo sul piano dell'immigrazione.

Insomma che abbiamo intenzione di fare ? Perché se non cambiasse nulla e tutto procedesse come negli ultimi anni, alle prossime elezioni politiche la Lega, con Salvini o senza, farebbe l'en plein e ti saluto caterina.


Leggi l'articolo completo e i commenti