Sei quello che mangi. O un’altra giornata all’inferno

par Riciard
mercoledì 7 gennaio 2009


Ogni anno l’Italia importa circa 80.000 cavalli destinati alla macellazione: l’84% dei cavali trasportati nell’Unione Europea. Di questi oltre 10.000 provengono dalla Spagna. Un viaggio che può durare oltre 40 ore. Gli animali percorrono distanze estenuanti, attraversando diverse condizioni climatiche, geografiche e stradali.

"Stress termico: i frequenti cambiamenti climatici a cui sono sottoposti durante il viaggio provocano gravi conseguenze alla loro salute. Nessuna sosta: alcune investigazioni hanno documentato percorsi persino di 56 ore senza nessuna sosta, cibo e acqua, in violazione delle norme sulla protezione degli animali durante il trasporto. Densità di carico: il numero di cavalli trasportati supera quasi sempre la capacità di carico del mezzo. I cavalli viaggiano gli uni sugli altri. Tendono a cadere e a essere schiacciati dagli altri, riportando gravi lesioni interne. Difficile sopravvivere: l’assenza di cibo e acqua aggrava le loro condizioni, riducendo la possibilità per molti di giungere vivi a destinazione. Tutto questo avviene nonostante oggi sia possibile il più economico trasporto di carni refrigerate e quindi la macellazione degli animali nelle vicinanze dei luoghi di allevamento, evitando i lunghi trasporti." (da Lav).

Credo sia giusto, vista la variegata offerta che abbiamo ogni giorno davanti di cibo, quantomeno chiederci cosa mangiamo. Da dove viene quella carne o qualsivoglia prodotto alimentare. Come l’azienda produce quello che abbiamo scelto per il nostro pasto. Facendo un passetto in più scopriremo un’etica propria, ovvero: siete sicuri che pensando a cosa ha passato quel cavallo quel maiale o quella mucca, siete sicuri di volerla mangiare? Il dubbio viene spontaneo per alcuni motivi, di cui il primo è la vostra stessa salute: pensate a cosa state mangiando, credete davvero che sia genuino se ha passato tutto questo? Il secondo dubbio è puramente etico, di rispetto: come possiamo essere coinvolti in una azione così barbara? Alcuni dicono: sei quello che mangi, per cui, se ne deduce, che se uno mangia carne "allevata" in situazioni di merda, mangia merda. E non credo che il pensiero faccia piacere ad alcuno di voi.


Voglio dire, non si può davvero sperare che quel povero cavallo a cui si fanno fare anche 56 ore di viaggio senza cibo od acqua sia stato trattato in precedenza con tutti i crismi. Di rispetto poi, manco a parlarne.

Come sosteneva Tiziano Terzani, non mi stanco mai di scriverlo, ripeterlo, ricordarlo, "la vita è sacra, e deve essere rispetatta in ogni sua forma". Quelli che di voi mi conoscono sanno che in questa frase, per me, non c’è niente di spirituale o metafisico, ma solo il principio di vita e coerenza con se stessi: il rispetto di se stessi e tutto ciò che ci circonda. Buon appetito, se ne avete ancora.




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