Segnali di fumo: il Decreto del Fare e la scuola

par Maria Rosa Panté
lunedì 29 luglio 2013

Fumata bianca per la scuola. Nuvole di fumo si sono levate da Palazzo Chigi e dal Parlamento, dove, dopo fumose sedute plenarie, e non, è stato approvato il Decreto del Fare.

Forse più fumo che arrosto? Questo si chiedono, fumanti di rabbia, coloro che vivono nel mondo della scuola e sono stanchi di venditori di fumo, quali spesso si dimostrano i politici.

La frase che circola è “si sono fumati il cervello”, pensare a questo con tutti i problemi che ha l'Istruzione! Già la scuola, in particolare quella pubblica, è sconvolta dai problemi, ma la notizia data dai telegiornali sul Decreto del Fare è stata: “Vietato fumare nelle scuole, anche all'aperto”, fors'anche nelle vicinanze, ci si può legittimamente chiedere.

Io non fumo, non mi pace il fumo, mi da fastidio l'odore del fumo. Però mi chiedo:

  1. Davvero il provvedimento era così urgente? La salute dei ragazzi benissimo, ma gli edifici fatiscenti? I precari (va beh che non hanno i soldi per le sigarette)? Le classi affollate? La mancanza cronica di fondi? Ecc. ecc.
  2. I docenti perché nelle ore buche non possono fumare? Sarà proibito a tutti i dipendenti pubblici? Intendo "fumare nelle vicinanze", mica in ufficio o in aula, ovviamente.
  3. Chi vigilerà? Chi controllerà che nessuno nelle vicinanze fumi? Il dirigente? Un docente all'uopo? Quali sanzioni dissuasive dovranno essere applicate?

In sostanza ancora una volta la politica sul tema scuola non fa che gettare fumo negli occhi!

 

Foto: F. Karm/Flickr


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