Sea Watch: la gazzarra italiana

par Fabio Della Pergola
venerdì 28 giugno 2019

La parossistica quanto demenziale questione della Sea Watch ha ormai invaso le menti e tutti i canali di informazione del Belpaese.

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Emblematica una puntata di Otto e mezzo in cui un livido Travaglio ha sostenuto l’accusa alla Capitana tedesca della nave olandese di aver violato le sacre acque del sacro suolo in una originale riproposizione degli opposti estremismi (quello di Salvini e quello della ONG) che si affronterebbero in mare aperto per opposte finalità politiche.

Come se operare per salvare vite in mare e proporsi al contrario di eliminare ogni soccorso (perché così se ne muore un po’ gli altri poi la smettono di partire) fosse equivalente.

La realtà è che il ministro del faccio-tutto-io ha deciso – vedi decreto sicurezza-bis che prevede l’approvazione dei ministri Toninelli e Trenta conniventi quindi in questa diatriba assurda – di dichiarare guerra totale alle Organizzazioni non governative.

È stato esplicito il nuovo sindaco di Lampedusa Totò Martello che ha chiarito come stanno le cose: “per una nave ong si crea lo scontro, mentre a Lampedusa continuano a sbarcare migranti con altri mezzi, senza alcuno scontro, e noi continuiamo ad accogliere".

Opportuno ripetere: per una nave ong si crea lo scontro... per altri sbarchi no. Più chiaro di così non si può.

Il problema su cui si focalizza l’attenzione ringhiosa del capopopolo leghista non è quindi l’immigrazione in sé, ma la specifica attività delle ONG. Che potremmo tradurre con specifica esistenza delle ONG, dapprima derubricate a “taxi del mare” (da tutti i gatti e le volpi gialloverdi), e infine inquadrate nel mirino della nuova legge che prevede arresti, multe stratosferiche e sequestri di naviglio in caso di violazione delle acque territoriali (in spregio evidente delle leggi internazionali in merito a “ricerca e soccorso”).

La questione, insomma, è puramente politica e non ha il minimo contatto con la realtà declamata a gran voce di una presunta – ma inesistente - invasione di cui i 60 milioni di italiani “non ne possono più”. Nel mirino ci sono le ONG, dietro di loro tutti i “buonisti” (cioè quelli che non si fanno abbindolare dalla gran serie di puttanate che il governo spara a ritmo serrato) quindi sinistre, radicali, cattolici post-conciliari, valdesi e, last but not least, l’Europa. Un tòpos della polemica grillo-leghista. In pratica l'isterizzazione degli sbarchi non è altro che la più remunerativa (non costa niente e rende molto) delle tematiche con finalità reazionarie più ampie.

Nulla di nuovo esiste in tutto il mondo, ma qui funziona bene perché noi siamo, a priori, "brava gente". Da sempre.

L’Europa che ci lascia sempre soli con questa invasione, gridano i buffoni di corte, ben sapendo che agli incontri per la modifica del trattato di Dublino (quello che impone ai paesi di prima accoglienza di tenersi i migranti lì identificati) per imporre invece ai paesi europei il “ricollocamento automatico e obbligatorio”, il M5S ha votato contro e “la Lega non ha mai partecipato a nessuna delle 22 [ventidue!] riunioni di negoziato che abbiamo svolto nel corso di due anni“, come ricorda, da mesi, l’ex europutata Elly Schlein.

Ma, e qui viene il bello, la lamentazione non è solo ipocrita (perché se poi sei assente o voti contro non si capisce di che ti lamenti) ma è palesemente falsa.

Era già noto che, in proporzione al numero di abitanti (e tenendo sempre presente che l’Italia è comunque una delle maggiori economie nel mondo), il numero dei migranti accolti è fra i più bassi del continente (seguito solo dagli altri paesi sovranisti), ma oggi sappiamo anche che l’Italia non è certo l’unica e la sola ad affrontare il problema migrazione.

Come scrive Giulia Giacobini su Wired: «la rotta mediterranea non è che uno dei modi attraverso i quali i migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente raggiungono l’ Europa. Come mostra il sito dell’Alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati, nel 2019 sono arrivate in Europa 34376 persone (il dato è aggiornato al 24 giugno). Di queste, solo 2447 sono approdate in Italia, per mare o via terra. In Grecia, invece, ne sono arrivate 17565 , in Spagna 12522 e a Malta 1048».

In sintesi tutta la vertenza che vede sul piede di guerra il governo italiano (con Salvini a dettare l’agenda e gli inetti cinquestelle a reggere il moccolo nonostante l’inarrestabile emorragia di voti e di deputati) si concretizza sull’arrivo di 2500 (sic) persone in sei mesi, in un paese di 60 milioni di abitanti in calo demografico secco da anni (tanto che l'Inps ha lanciato l'allarme sull'insostenibilità del sistema pensionistico fra pochi decenni).

Ma, non c’è niente da fare, sembra. Siamo nell’epoca del “prima gli italiani” e questo vale anche per quattro gatti in mezzo al mare.

Ci sarebbe da ridere se si potesse. Ma non si può ridere sulla manifestazione evidente del disagio mentale di mezzo paese.

Foto: Sea Watch/Facebook


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