Se un trans leva il politico di torno

par Davide3d
martedì 27 ottobre 2009

De gustibus non est disputandum; ci dissero i latini.

Pensieri intorno ad un Trans chiamato desiderio.

In un paese impregnato di moralismo (maggiormente di fondamentalismo cattolico) la vicenda Marrazzo-Trans ha dei risvolti drammatici, con connotazioni un po’ ridicole, anche un poco patetiche.

In un’ottica non sessuofoba - oppure omofobica - sarebbe normale prendere atto di come l’ambito sessuale, dell’animale uomo, è composto da una selva (più o meno oscura) di impulsi, desideri, fantasie; che, nel loro insieme, producono la, così detta, pulsazione sessuale.

Siamo maschi, o femmine, per un gioco acrobatico di cromosomi, dove il sesso vale quanto una scelta a testa o croce deciso con una moneta lanciata in aria. Tutte le scienze, da decenni, ci spiegano come, al di là del sesso con il quale nasciamo, ci portiamo dentro un mondo sempre composto di attributi maschili e femminili.

Simbolo supremo di questa dualità è proprio il cervello, dove i due emisferi conservano, nel tempo, le caratteristiche dei due generi e l’uso maggiore dell’uno rispetto all’altro è in funzione del sesso, per così dire, ufficiale. Ma la regola non è ferrea ed immutabile.

Cromosomi, educazione, ambiente, cultura (religione), tutto influisce a coltivare e formare questo mondo misterioso e complesso che cova dentro di noi e che affiora quando cerchiamo il piacere del sesso, spinti da una necessità che ha radici profonde e lo condividiamo con altri.

Questo universo lo definiamo, con pudore, "il mondo delle fantasie sessuali"; un universo privato, custodito rigorosamente, da condividere con il partner giusto. Di fronte a questa complessità c’è chi vorrebbe porre dei confini netti tra il giusto e lo sbagliato; tra il sacro ed il sacrilego, tra il lecito ed il perverso.

La mia preferenza è che ciascuno trovi e sperimenti il necessario per trovare la propria dimensione (od anche identità) sessuale, sempre con un minimo di buon senso (ovvero tenendo acceso il cervello oltreché l’organo sessuale), quindi, non esprimo giudizi di valore sul caso Marrazzo.

La domanda che mi pongo, invece, è un’altra: come mai per molti dei nostri politici è diventato impossibile tenere chiusa la patta dei pantaloni per tenere a bada (ed addomesticare) il proprio disinvolto Biscione? Qualche "specialista" la definisce una patologia da stress, da peso delle responsabilità che conduce a questi gesti compulsivi.



Mi scusino, lor signori, ma contro lo stress... Una sana nuotata in piscina? Una corsetta nel parco? una seduta yoga con annessa meditazione? Un massaggio shiatsu? Una tisana?

Possibile che lo stress da attività politica debba per forza essere lenito da un p.....o clandestino? Ho l’impressione che, fonte di questi comportamenti, più che lo stress, sia un delirio di onnipotenza e di irresponsabilità che questa classe politica coltiva e perpetua da troppo tempo.

E’ l’assenza di una "dimensione" della responsabilità istituzionale la vera origine di queste situazioni.

Al di là di gusti ed abitudini legittime, un politico che ricopre ruoli istituzionali dovrebbe avere sempre presente se i suoi comportamenti possono nuocere al ruolo che ricopre
; se possono diventare oggetto di ricatto con il conseguente rischio di influenza sulle scelte politiche che deve compiere in nome, e per conto, del popolo (sovrano).

Non guasterebbe anche un minimo di coerenza (minima, per carità) tra la strenue difese per la famiglia tradizionale, i valori cattolici, i proclami contro i vizi altrui e le proprie scelte personali.
E’ troppo pretendere un po’ di uniformità tra ciò che si dichiara, e sovente si impone ad altri con le proprie scelte politiche, ed il comportamento privato?

E’ questa dissociazione morale, tra vizi privati e virtù pubbliche (ce ne fossero!) che risulta odiosa. Taluni pensano che abbiamo toccato il fondo, di fronte al susseguirsi di questi casi. Altri, sono convinti che è sempre possibile raschiare il fondo ancora un po’, per andare oltre, in peggio.

Sono convinto, invece, che questa assenza di una dimensione morale vera, sostenuta dalla mancata assunzione di vere responsabilità, di ciascuno nel suo ruolo, elimini il problema del "fondo"; semplicemente il fondo non esiste più e tutto diventa possibile, in un continuo inesorabile precipitare verso il basso.


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