Se ti condannano, fatti un partito

par paolo
giovedì 19 settembre 2013

La nascita di Forza Italia vers. 2.0 impone alcune considerazioni su questioni di fondo imprescindibili.

Oggi verrà formalizzata la nascita del nuovo partito che avrà come fondatore -presidente-finanziatore Silvio Berlusconi e che si chiamerà Forza Italia. Diciamo subito che, per quanto il nome possa suggerire un ritorno all'antico, di fatto si tratta di una nuova formazione politica a tutti gli effetti che presenta almeno due aspetti inusuali:

La cerimonia, se così si può definire, si dovrebbe tenere oggi contestualmente all'inaugurazione della nuova sede in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma che, secondo anticipazioni del quotidiano di famiglia Il Giornale, dispone di spazi più ampi della attuale sede in via dell'Umiltà, sarà più funzionale e costerà anche meno. Un edificio che ha vicini di casa come Gianni Alemanno, presidente di Fondazione Nuova Italia ed alcuni studi legali che possono sempre fare comodo alla bisogna. È un palazzo storico che è stato frequentato da personaggi illustri come Massimo D'Azeglio e Giulio Andreotti. Dispone di un ampio salone di 150 mq, splendente di marmi pregiati, stucchi, splendidi affresci, quadri e lampadari di cristallo, che è già stato battezzato come "Il salone degli specchi". Al centro del salone troneggia un enorme tavolo che potrà ospitare ben 36 persone. Pur non avendolo mai visto dubito che avrà una forma rotonda dal momento che avrebbe l'inconveniente di non disporre di una posizione dominante. Insomma dubito che siamo nell'ottica paritaria di re Artù. Fuori, appese ai balconi, sventoleranno le bandiere di Forza Italia.

La più entusiasta di tutti è Daniela Santanché che, in una intervista al quotidiano Il Tempo, si augura una rifondazione in toto, nell'ottica di un partito presidenziale d'attacco (contro la magistratura politicizzata ovviamente) e senza segretario, rifilando così una stoccata ad Angelino Alfano che, con ogni probabilità, da domani vivrà momenti difficili.

La parentesi inaugurale segue di un giorno l'esito del giudizio della Giunta del Senato che ha bocciato la relazione di Augello, pregiudiziali comprese e che, con l'iter previsto dai regolamenti parlamentari, entro un mese porterà con ogni probabilità alla proposta di decadenza dalla carica di senatore di Silvio Berlusconi, proposta che poi verrà sottoposta alla ratifica (sorprese a parte) del Senato.

Ma la giornata di ieri è stata anche quella dell'atteso (no so da chi) "messaggio televisivo" di Silvio. Niente reti unificate, ma stessa scenografia di venti e passa anni or sono, stesso doppio petto blu, camicia azzurra e cravatta di ordinanza, stesso contesto famigliare con foto che ricordano "una storia italiana", stesso afflatto nei confronti dei suoi elettori chiamati ad una guerra santa contro i comunisti e la magistratura politicizzata, nel nome delle sue verità rivelate, quindi il finale con un tocco di commozione e la mano portata sul cuore per esprimere tutto l'amore per il suo paese, l'Italia.

Una quindicina di minuti di stucchevole rappresentazione teatrale di una tristezza infinita. Il monologo ripetitivo ed ossessivo di un individuo invecchiato, apparso imbolsito e al tramonto politico che poteva rivolgersi soltanto a chi vive nel mondo immaginifico di questo grande illusionista.

E allora, prendiamo atto che si inaugurerà una nuova strada nella politica italiana, quella di soggetti con condanna penale definitiva che fondano un partito. Fa seguito ad un precedente, quello di Beppe Grillo, condannato per omicidio colposo a quattordici mesi di reclusione, e fondatore del M5S.

Sia ben chiaro che le due vicende sono affatto differenti, visto che Silvio è stato condannato per frode fiscale, mentre Grillo a seguito di un incidente stradale in cui persero la vita tre persone. Tuttavia è indubbio che siamo, almeno sul piano formale, già a due su tre soggetti che caratterizzano il quadro politico di questo incredibile paese.

Rimane fuori il PD che, forse per fortuna o per merito, non ha un padre fondatore unico e assoluto, ma vive di una pletora di personaggi pronti a scagliarsi l'un contro l'altro alla prima occasione che si presenta. Il vantaggio è che se anche qualcuno finisce in galera, c'è subito pronto chi lo rimpiazza, basta fare una tornata di primarie e il gioco è fatto. Vantaggio della pluralità litigiosa o più semplicemente della democrazia?

 

Foto Forza Italia: http://www.pdl.it/

Foto Berlusconi: Alessio85/Flickr


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