Se sarà “golpe” è anche colpa nostra

par Pietro Orsatti
venerdì 5 marzo 2010

“Esterefatto”. Questo il termine utilizzato da uno dei tanti italiani che vivono all’estero e con i quali sono in contatto via mail da anni. “Lo scandalo del riciclaggio. Quello dei grandi eventi. le notizie false in tv sul processo Mills. Il processo sulla trattativa. Le trasmissioni di approfondimento della Rai chiuse. E ora questa farsa dei candidati Pdl alle regionali. Sono esterefatto. Ma come potete tollerare tutto questo? Qui, per una frazione di quello che sta accadendo in Italia sarebbero tutti a casa a nascondersi per la vergogna”. Il “qui” da dove scrive il mio amico non è la Svezia, o la Germania e tantomeno gli Stati Uniti. Chi mi scrive vive in Brasile, per l’esattezza nella più grande città italiana del mondo, Sao Paulo. “Esterefatto”. Non dagli scandali, dalla corruzione, dal malaffare, dall’arroganza di quella maggioranza politica che ci governa. È esterefatto da noi, che tolleriamo, che non ci ribelliamo. Di noi assuefatti a qualsiasi nefandezza. Di noi che brontoliamo, casomai scriviamo una nota incendiaria su Facebook ma poi subiamo, non diamo seguito alle nostre parole. Uno sfogo qua e là e poi tutti a casa.

Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se il Tar non accogliesse i ricorsi del Pdl nel Lazio e in Lombardia. Il governo ha già fatto trapelare la possibilità di due soluzioni che tecnicamente consentirebbero il reintegro di due liste presentate irregolarmente. La prima ipotesi è un decreto che modificherebbe le regole a partita in corso (regole oltretutto scritte dall’attuale maggioranza che poi per prima non ha rispettato). La seconda ipotesi invece sposterebbe il voto a aprile o maggio prorogando governatori già decaduti e spostando le elezioni a campagna elettorale già aperta. In entrambe i casi si tratterebbe di forzature di tale portata (anche perché imposte senza un accordo di tutte le forze politiche) da avere una connotazione eversiva.

Nel caso si allungasse a dismisura la campagna elettorale, poi, ci troveremmo davanti al prolungamento all’infinito dell’attuale interpretazione autoritaria e censoria delle regole della par condicio. Mesi di assoluto silenzio. Tramissioni televisve chiuse all’infinito. Bavaglio a tutta l’informazione radio televisiva. Libertà di informazione e espressione? Un optional.

Il vuoto di informazione televisiva, l’unica che davvero conta, prorogata per mesi. A elezioni in corso, a inchieste su affari, corruzione, criminalità e politica in corso.
E noi qui, assuefatti.

È uno dei momenti più oscuri della nostra storia repubblicana. E la colpa non è solo di Berlsuconi, del Pdl, della maggioranza. È anche colpa nostra che lo abbiamo consentito.

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