Se persino i mafiosi si indignano per l’immoralità dei politici milanesi

par francesco latteri
mercoledì 24 ottobre 2012

È di alcuni (pochi) giorni fa l'allarme lanciato da Don Ciotti e da "Libera" per l'emergenza etica del nostro Paese. Ci troviamo in una realtà drammatica ed estremamente preoccupante, connotata non da un semplice allontanamento dai valori religiosi, ma anche da quelli laici, semplicemente civici.

È quanto del resto era già stato denunciato sia dalla CEI che dallo stesso Pontefice. Una realtà che nella sua negatività era stata percepita anche da laici autorevoli e denunciata anche dalle istituzioni. Denunciata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da quello del Consiglio Mario Monti, dallo stesso CSM e dal Ministro di Grazia e Giustizia.

Proprio dalle indagini in corso emerge che il degrado cui siamo al cospetto nella realtà politica di quella che un tempo Indro Montanelli aveva definito "la capitale etica dell'Italia" (Milano), è tale da indurre un senso di profondo schifo e ribrezzo persino tra gli stessi uomini della 'ndrangheta. Lo rivelerebbero a più riprese le stesse intercettazioni.

L'immoralità dei politici milanesi avrebbe assunto infatti dimensioni tali da essere oltre che uno schifo anche un vero e proprio problema per l'operare delle stesse 'ndrine, ma camorra e mafia avrebbero - come pure risulterebbe dalle intercettazioni - problemi analoghi.

"Gente di merda". È il giudizio unanime che risulterebbe dalle intercettazioni. Dunque, paradossalmente, una volta tanto persino il giudizio degli affiliati alle grandi organizzazioni criminali coincide nientemeno che con quello dei massimi rappresentanti dello Stato e, addirittura, con quello della Chiesa. Pasqua, Natale, Capodanno e Ferragosto nello stesso giorno!


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