"Se non ora quando?", Berlusconi attacca la piazza "contestazioni sterili e faziose"

par SABINA BARCA
sabato 19 febbraio 2011

A proposito di âpoche radical chicâ... 

MILANO - Ci risiamo, il dissenso popolare scatena sempre la parola “vergogna e faziosa” nel Presidente del C. a lui non piace essere messo in discussione.

In riferimento alla grande manifestazione nazionale del 13 febbraio, il cavaliere ha dichiarato: “Quella delle donne è stata una mobilitazione faziosa, vergogna. Le dimissioni sono una proposta irricevibile, non ho tradito il mandato elettorale né ho tradito le riforme”.
 
Il commenda milanese, ha imparato la parola “irricevibile” che ha incassato il giorno della furbata del federalismo.
 
Si puntualizza che, nonostante l'entourage governativo taccia a riguardo, le donne in piazzaerano unite da indignazione e dalla consapevolezza che il presidente dpromuove, datroppo tempo, una politica estremamente maccista.
 
A prescindere da ogni credo politico religioso, si precisa che in piazza erano presenti donne della lega, del Pdl di Fli e di sinistra. Donne senza alcuna appartenenza politica. Donne disoccupate e donne in carriera; di ogni estrazione sociale e credo religioso.
 
Donne che hanno espresso una chiara opinione su questioni che le riguarda in prima persona e che vivono sulla pelle.
 
Non è difficile pensare quante donne/uomini facenti parte di Comunione e Liberazione, corrente interna al Pdl che ha fatto suoi, in politica, i principi cattolici, sentono imbarazzo e pressione per i frequenti scandali. Come le donne e uomini leghisti, che vedono il proprio partito invischiato in indecenze di prostituzione minorile, loro che lottano l'islam e fanno il distinguo tra le nostre donne e le donne arabe. Ma a prescinde da tutte le convinzioni politiche. Ieri è emerso la prospettiva di genere femminile, chiara e inconfutabile.
 
E che piaccia o no, se ne prenda atto.
 
Si mente per omissione. La menzogna sta proprio in quello che volutamente non viene detto e cioè, che anche le donne di destra, ieri hanno detto “basta!” al modus operandi del premier e della percezione (considerata di elite e di pregio) che lui ha della figura femminile. Un esempio: Sara Giudice (Pdl) ha raccolto 12 mila firme per chiedere le dimissioni del consigliere della Regione Lombardia, Nicole Minetti. La ragazza ha posto una questione meritocratica e morale all'interno del Pdl. Roberto Formigoni, la massima voce di Comunione e Liberazione del Pdl ha rifiutato le firme; ha detto no alla questione sottoposta.
 
Offesa la piazza e le oltre 1 milione di partecipanti, accusate di essersi prestate a manipolazioni.
 
Ennesima conferma che il premier deprezza la donna, convinto che non sia in grado di maturare autonomamente un proprio pensiero critico.
 
C'è una consapevolezza a 360 gradi tra le donne di questo paese.
 
Dopo 20 anni di svilimento e sottostima della figura femminile, anche dopo la fuoriuscita.
 
inevitabile di una figura accentratrice come il premier, si preannunciano anni, per bonificare il virus della propagandata (ed emulata) dequalificazione femminile.
 
Non solo, ma vi è anche la coscienza che sia indispensabile che il futuro del presidente del c. si sleghi definitivamente dal futuro del paese.
 
Il suo futuro, non è il futuro di questo paese.
 
I suoi problemi non sono i problemi di questo paese.
 
È indispensabile separare i due percorsi per uscire dall'immobilismo e dal degrado istituzionale, sia nazionale che estero.
 
Fatto ciò, sarà un uomo libero di fare tutti i festini e le stravaganze che desidera, senza che a nessuno riguardi più nulla; ma, sempre nel rispetto delle leggi.
 
In risposta alla sconcertante dichiarazione del ministro senza portafoglio Mara Carfagna. Peccato! L'occasione persa è della ministra delle pari opportunità, che in virtù della carica che ricopre, e dei dietro le quinte che conosce, ha perso l'occasione di difendere e solidarizzale con le donne, invece ha tenuto botta al grande capo. Triste conferma che le quote rosa, una volta posizionate, si trasformano in quote azzurre, e perdono la loro congenita natura. Sarà ingordigia di potere?
 
Vergogna sì, perché in questo paese, l'essere umano femmina è merce di scambio di dono e di compravendita. Vergogna sì, perché l'articolo 3 della Costituzione, imprescindibile principio di uguaglianza, non è ancora in vigore per il genere femminile.
 
Una certezza; si consideri che tutte le donne e uomini che ieri hanno coperto le oltre 250 piazze italiane, ed estere, votano.
 
Un particolare. La frase “non si può sovvertire il voto popolare” è logora è obsoleta, quasi a pensare che il paese sia congelato a quel tempo.
 
L'Italia di oggi, non è l'Italia di 2 anni e mezzo fa. Sono cambiate tante cose, sono successe tante cose e tra questi accadimenti, è compreso il risveglio delle cittadine italiane.

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