Se la Cina finanzia il debito dell’Europa

par Libero Mercato
giovedì 30 dicembre 2010

La Cina fa shopping in Europa e si prepara ad acquistare il prossimo anno dai 4 ai 5 miliardi di euro di debito sovrano portoghese, "per alleviare un po' la pressione che grava sul paese" (che ha già subito il declassamento del rating da parte delle agenzie Moody's e Standard & Poor's).

Un'analoga promessa è stata fatta dal premier Wen Jiabao al primo ministro greco Papandreu durante la visita nel paese mediterraneo lo scorso 3 ottobre: "la Cina parteciperà all'acquisto di nuove obbligazioni greche quando Atene tornerà sui mercati".
 
E' già una realtà la collaborazione commerciale tra Cina e Grecia, che ha per oggetto la previsione di nuovi investimenti nell'area dell'Egeo e la costruzione al Pireo, il porto commerciale di Atene, del più grande centro di distribuzione e di transito tra Asia ed Europa.
 
Il colosso cinese Cosco ha così ottenuto la concessione per gestire due terminal container per i prossimi 35 anni.
 
L'intervento della Cina in Europa rientra a pieno diritto tra le manovre strategiche che segneranno il futuro dei rapporti commerciali globali. Una scelta chiara e pubblica: "Abbiamo preso misure concrete per aiutare l'Unione Europea a gestire la sua crisi debitoria", ha dichiarato il vicepremier cinese Wang Qishan, che aggiunge: "Il nostro Governo ha dato pieno sostegno alle misure assunte dall'Europa e dal Fondo Monetario Internazionale per stabilizzare i mercati finanziari, e ha intrapreso subito azioni concrete per aiutare alcuni paesi europei a fronteggiare la crisi del debito sovrano". In futuro, sembra trapelare dai colloqui internazionali, se altri paesi del Vecchio Continente dovessero trovarsi a corto di liquidità, la Cina offrirà loro un aiuto concreto, ovviamente non a costo zero.
 
Sostenendo finanziariamente Grecia e Portogallo, la Cina si garantisce infatti una cambiale in bianco e un bel piano di rimborso con i dovuti tassi d'interesse. Inoltre accrescerà il suo peso finanziario e politico nelle future scelte strategiche dell'Ue.
 
Non a caso, il ministro del Commercio, Chen Deming, ha dichiarato: "Speriamo che l'Unione Europea riconosca lo status di economia di mercato della Cina il più presto possibile".
 
E' importante ricordare che già l'Unione Europea è il primo partner commerciale della Cina, ed un eventuale prolungata stagnazione economica ed eccessive sofferenze nella gestione dei debiti sovrani, non potrà che condizionare negativamente i piani commerciali del gigante asiatico. Da qui il duplice interesse ad intensificare gli accordi.
 
Di certo per l'Occidente le questioni spinose rimangono sul tavolo, prima di tutto la costante violazione dei diritti umani in Cina e la probabile rimozione del bando di vendita di armi in vigore dal 1989 dopo il massacro degli studenti a Piazza Tianamen.
 
Su quest'ultimo fronte la Cina incontrerà una serie di oppositori determinati, i paesi del Nord Europa, da sempre restii a riaprire il mercato delle armi al Dragone.
 
Gli stessi paesi che, guarda caso, oggi non hanno proprio bisogno del sostegno economico dei cugini d'Oriente.

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