Se il capo dell’esecutivo sostituisce i membri di una commissione parlamentare

par Camillo Pignata
mercoledì 22 aprile 2015

La palude, i gufi, le solite parole senza senso politico, sbattute in faccia alla gente, con un solo intento, decidere e decidere presto. Poco importa se si trucca il voto, se lo statuto del partito viene bistrattato, se l’articolo 67 della costituzione viene violato. E’ necessario blindare un testo pronto per la fiducia, e allora si va avanti. Si dismettono dieci membri della sinistra PD, della commissione affari costituzionali, solo perché contrari alla legge elettorale, sostituiti poi con amici del capo, favorevoli alla normativa. Ma bisogna decidere, anche se si decide male, e la dialettica democratica viene calpestata .

La legge elettorale doveva essere approvata, e subito perché cosi ha detto il capo.

E già, perché decidere è democrazia.

Non c’è un principio più stupido e pericoloso di questo. Anche Mussolini,anche Hitler decidevano. Ma la gente è abituata ad accettare tutto, e a dimenticare tutto,anche la storia e venti anni di decisioni giuste o sbagliate, ma di decisioni.

E in questa ubriacatura generale può succedere di tutto, anche che l’autonomia del Parlamento diventi, una parola vuota . E ciò succede quando il voto della commissione affari costituzionali, non esprime la volonta di quelli che ne fanno parte ma del capo dell’esecutivo che li ha sostituiti .

Ma va tutto bene, anche giocare con le carte truccate.

Ma non è questo il problema.

Il problema sono coloro che si prestano a queste manovre perché ubbidienti, convinti o ignari. Il problema è la stampa e i media che sono muti e sordi perchè così vuole il padrone. Il problema sono gli espulsi, gli esponenti del dissenso massacrato, che non reagiscono perche non si butta via un posto di lavoro.

Il problema è la base del partito è il Paese che accettano tutto e non si ribellano.

Le svolte autoritarie si subiscono. Quando vengono accettate, quando vengono condivise altro che trucco di votazione, altro che svolta autoritaria. E’ la dissoluzione, dello spirito democratico di un partito e di un Paese. 


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