Se i finiani non uscissero dalla maggioranza...

par Gabriele Caggianese
martedì 3 agosto 2010

Alla prospettive di governo tecnico ed elezioni anticipate bisogna aggiungerne una terza: maggioranza coabitativa. Cosa cambierebbe nel caso in cui i finiani continuassero a dare fiducia al Governo? Come cambierebbe il rapporto con lâelettorato? Probabilmente sono domande fantapolitiche, ma gli esempi storici, su tutti le coabitazioni francesi, non mancano.

Si dia il caso che il governo ponga la fiducia su una legge che veda d’accordo anche la componente finiana. Fli (la formazione che fa capo al Presidente della Camera) può votare pro o contro. Il voto avrebbe in entrambi i casi una doppia valenza: un voto al Governo ed uno alla legge, inscindibili ed obbligatoriamente di uguale segno. A questo punto il paradosso: entrambi i fondatori del Pdl ritengono di essere dalla parte della ragione, di agire in nome del mandato elettorale (dimenticando peraltro di rappresentare tutta la nazione, non soltanto i propri sostenitori) ed il loro allontanamento deriva dal riconoscimento dell’altrui “infedeltà” al programma proposto. Se i finiani votassero a favore di tale legge prevista dal programma resterebbero fedeli alla parola data, ma, allo stesso tempo, darebbero fiducia ad un esecutivo che non ritengono più nella posizione di governare. In entrambi i casi non si atterrebbero, dunque, ai propositi elettorali. Dal lato Pdl, quest’arma si rivela a doppiotaglio: per poter scoprire le carte degli ex alleati, la fiducia deve essere posta su di una questione di importanza cruciale, affinché il messaggio politico sia chiaro per il popolo votante.


Esiste quindi la terza via: rimandare il conflitto interno il più possibile, limitandosi a lavorare sulle questioni già discusse e decise. Ciò significherebbe uno stop, almeno temporaneo, alle leggi ad personam più eclatanti del Presidente Berlusconi (il chiaro riferimento è alla futura riproposizione in salsa costituzionale del fu Lodo Alfano). Uno situazione simile potrebbe prolungare ulteriormente la vita di un governo dato per già morto: la coabitazione di due anime differenti è possibile, anzi è già in atto, basti cercare quando e dove Fini ha detto: “Esco dalla maggioranza di Governo”, per rendersi conto che tali parole non sono state mai pronunciate. Fini non può correre da solo alle elezioni e sa bene che allearsi con il centro cattolico sarebbe un investimento a perdere.


L’impressione generale è che nessuno sappia realmente quale sia la prossima mossa da fare. Siamo alla fase dello studio reciproco, osservando tutte le possibilità di scacco, evitando di subire il matto prima del prossimo attacco di cavalleria. Gli italiani, come d’abitudine, resteranno a guardare come se si trattasse di uno show televisivo, proprio quando i due contendenti alla corona hanno più che mai bisogno del sostegno del popolo. Tuttavia scendere in piazza costa fatica, meglio attendere i risultati dei prossimi sondaggi.


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