Se a portare la legalità sono gli immigrati

par ggv84
mercoledì 10 settembre 2014

Riporto un caso di cronaca passato poco osservato, che dà un'idea dei paradossi italiani odierni.

Messina, quartiere Bisconte. Un quartiere non facile, povero e malfamato. Su decisione della prefettura, tra qualche settimana riaprirà la caserma Gasparro al fine di accogliere alcuni migranti salvati nell'operazione Mare Nostrum.

La notte del 4 settembre, un’auto con una tanica di carburante a bordo è stata lanciata contro la caserma. Subito dopo sono anche stati sparati 5 colpi di pistola contro l’auto che si è incendiata.

Secondo la polizia, l'ipotesi più accreditata del gesto è quella di "un'intimidazione per far desistere le istituzioni dal portare nella caserma i profughi: con la presenza delle forze dell'ordine i criminali non riescono a organizzare lo spaccio di droga".

Sembra quasi una notizia comica-grottesca, che potrebbe benissimo essere tratta da uno sketch di Cetto Laqualunque o di Maurizio Crozza/Padrino (“Minchia, non si può spacciare più in santa pace per colpa di sti negri! Questo non è un paese civile!”), invece è una paradossale realtà.

Fatte le dovute differenze con le esemplari rivolte di Castelvolturno e Rosarno (in questo caso gli immigrati non sono ancora arrivati), appare ancora più paradossale il fatto che per garantire la legalità e il controllo di un territorio serva la presenza - anche solo annunciata e temporanea - dei migranti. Come a dire: lo spaccio di droga, le famiglie rovinate, i tossicodipendenti, i morti, la mafia non sono un problema; i migranti sì.

A questo punto, da cittadino messinese e italiano, un po' per provocazione, un po' per schierarmi come sempre contro la mafia e il malaffare, mi auguro che i migranti vengano accolti in tutti i quartieri malfamati di Messina e d'Italia. Magari sarà la volta buona che gli africani salvino Quarto Oggiaro, che i palestinesi cambino Scampia, che i siriani risveglino Zen, che l'Italia diventi più giusta.


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