Scuola, religione e il rischio di perdere la laicità

par Enea Melandri
sabato 14 maggio 2011

Ho già parlato sul mio blog della proposta presentata dall'Onorevole Gargagnani in merito alla guerra contro i 'prof politicizzati', ma nel documento c'è un altro passaggio interessante. Che mette a rischio, stavolta, la laicità dell'istruzione.

Modificando il Testo unico sulla scuola, si prevede anche una norma che specifichi come l’insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente "lo studio della storia delle religioni".
 
Per cui, inculcazione forzata della Bibbia e dei Valori Cattolici. Che, come ho già scritto (qui), non sarebbe neanche un'eresia, se fossero però inseriti in un contesto sociale e laico corretto, senza troppi 'amen' di mezzo.
 
Io sono dell'idea che la religione, se uno vuole, se la studia per conto suo, a catechismo, in convento, o dove gli pare. Ma non a scuola.
 
'La Storia delle Religioni' potrebbe essere un buon compromesso, anche se qualche dubbio me lo lascia ancora: in questo modo, sembra quasi sia obbligatorio seguire una religione, scegliere un piatto dal menù, ma non è così, si vive benissimo anche senza alcun amico immaginario in cui credere o pregare.
Inoltre, di religioni ne esistono talmente tante che come si fa ad essere democratici su questo? Cristianesimo (nelle sue varie declinazioni, poi: Cattolicesimo, Ortodossia, Protestantesimo...), Islamismo, Buddismo, Ebraismo, Induismo, Bahá'í, Confucianesimo, Shintoismo, Sikhismo, Taoismo, Zoroastrismo, Ananda marga, Bambini di Dio, Chiesa dell'unificazione, ISKCON, Meditazione trascendentale, Movimento raeliano, Organizzazione Sathya Sai, Rastafarianesimo, Rajneeshismo, Sahaja Yoga, Scientology, Soka gakkai, Wicca, Sciamanesimo, Pastafarianesimo..
 
Meglio, a questo punto, un incontro annuale del tipo: "Esiste una cosa chiamata Religione, qualcuno ce l'ha, qualcun'altro no. Con la Religione, nei secoli passati, si cercava di dare risposta a quello che, a causa della mancanza degli strumenti tecnologici di oggi, non si poteva spiegare".
 
Ed il tutto, in un'aula senza crocifisso.

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