Sciopero nazionale del 6 settembre: i motivi della Cgil contro la manovra
par Paolo Borrello
venerdì 26 agosto 2011
La Cgil ha proclamato per il prossimo 6 settembre uno sciopero generale contro la manovra varata dal Governo.
La decisione della Cgil, come spiegato da Susanna Camusso, ieri in presidio davanti a Palazzo Madama, insieme ad una numerosa delegazione del sindacato di Corso d'Italia, si è resa necessaria di fronte una manovra “bugiarda”, che non “permetterà al Paese di raggiungere gli obiettivi dichiarati per il pareggio di bilancio, perchè profondamente depressiva”. “Sappiamo benissimo – ha proseguito Camusso - che stiamo chiedendo un sacrificio straordinario ai lavoratori, ma un sacrificio straordinario va chiesto di fronte ad una situazione straordinaria, e lo chiediamo oggi per non avere una condizione sbagliata domani”.
Cento manifestazioni territoriali accompagneranno lo sciopero generale del 6 settembre che sarà di 8 ore per ogni turno di lavoro. Una grande mobilitazione per chiedere l'immediato ritiro di una manovra che “non favorisce la crescita e fa pagare solo ai contribuenti onesti” e per sostenere le proposte alternative di contrasto alla crisi, presentate dalla Cgil nel corso della conferenza stampa davanti al Senato, perchè “un'altra manovra è possibile”.
La “contromanovra” elaborata dalla Confederazione, come ha spiegato Camusso “vuole tener conto dell'equità e della giustizia fiscale e indica dove trovare le risorse utili, costruendo contemporaneamente risposte per la crescita a partire dall'occupazione giovanile”. La Cgil accusa il Governo di aver varato una manovra che aumenta le tasse, soprattutto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, sui redditi medio bassi e sui contribuenti onesti, per questo propone una maggiore equità attraverso la tassazione dei redditi diversi quelli “fissi” a cominciare dai grandi patrimoni e da una vera lotta all'evasione fiscale e contributiva. In particolare, nella contromanovra la Cgil rivendica un'imposta ordinaria sulle grandi ricchezze, con un'aliquota progressiva solo sulla quota che eccede gli 800.000 euro; un'imposta straordinaria sui grandi immobili, il cui valore netto superi la soglia degli 800.000 euro; un contributo di solidarietà su tutti i redditi; l'aumento della tassa di successione per incentivare l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Inoltre, la Cgil vuole contrastare il carattere depressivo del decreto e propone un fondo per la crescita e l'innovazione da destinare ad un piano energetico nazionale, a politiche di green economy, alla ricerca e allo sviluppo e ad una seria politica industriale per il Mezzogiorno.
Come più volte ribadito dalla leader della CGIL, il Consiglio dei ministri ha varato una manovra “bugiarda” perché “dice di tagliare i costi della politica, ma in realtà fa solo demagogia, riducendo gli spazi di democrazia, con i tagli agli enti locali, senza intervenire sulle risorse nazionali”, per questo è importante, ribadisce la CGIL nella sua contromanovra, “il taglio lineare ed immediato di tutti i vitalizi di politici e amministratori pubblici”. Minacciata dalla manovra anche la “natura e l'identità del nostro Paese” ha avvertito Camusso, è un provvedimento, ha spiegato, “che senza dirlo introduce la norma di licenziamento senza giusta causa, interferendo nella libertà di contrattazione dei sindacati” e “tenta di cancellare le festività del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno. Si vuole cambiare la sua storia e le sue gloriose radici che risiedono nella Liberazione e nella costituzione della Repubblica”. A questo proposito il Segretario ha ricordato la petizione popolare che la Cgil ha promosso per preservare la memoria e l'identità dell'Italia, che ad oggi ha raccolto quasi 30.000 firme.
Con lo sciopero del 6 settembre la Cgil vuole sostenere tutto questo e quindi più crescita, più occupazione e più sviluppo.