Scienziato convinto: i cellulari fanno male
par MV
sabato 7 maggio 2011
Tanti anni fa c’era una pubblicità che diceva “Welcome to Marlboro Country”, quando le sigarette venivano presentate come le compagne dell’uomo di successo, l’oggetto simbolo della virilità maschile. Due dei Marlboro Man (il personaggio creato ad hoc dal pubblicitario Leo Burnett nel 1954) che apparivano negli spot, Wayne McLaren e David McLean, morirono di cancro ai polmoni e durante gli ultimi anni delle loro vite furono i portavoce della crociata anti-tabacco e della lotta giudiziaria contro le multinazionali delle sigarette.
L’industria dei beni di consumo ha sempre giocato con l’ignoranza della gente, un gioco per adulti in cui in palio c’è la vita o la morte di noi consumatori.
Oggi sono i cellulari a giocare il ruolo della bionda più tossica del mondo.
Agli albori della sua diffusione, il telefonino fu presentato al pubblico come l’oggetto indispensabile per l’uomo d’affari ed oggi è diventato il simbolo di una generazione, l’accessorio di moda, l’oracolo che ci guida per le strade, che ci mantiene connessi al resto del mondo e senza il quale pensiamo non poter comunicare e ci sentiamo soli, insicuri e tagliati fuori.
Se usassimo il cellulare solo per telefonare quando è strettamente necessario, sarebbe come fumare una o due sigarette al giorno, nessun problema. Ma non è così, purtroppo. Oggi si passa più tempo a parlare, giocare e rincoglionirsi con il cellulare, che comunicare con la gente ed il mondo che ci circonda. Risultato? Ci parliamo più per sms che di persona ed assorbiamo una quantità di radiazioni tale da mettere in pericolo la nostra salute.
In questo articolo vi presento i risultati della ricerca sulla relazione uso del cellulare/danni alla salute di William J. Bruno, prestigioso biologo e biofisico dei Los Alamos National Laboratories (New Mexico), pubblicata lo scorso 24 Aprile 2011.
Veniamo ai fatti. L’argomento principale dello studio del ricercatore W.J. Bruno è che le microonde del cellulare non sono in grado di danneggiare i tessuti umani quando il numero di fotoni è inferiore ad 1, in un volume di spazio equivalente ad una lunghezza d’onda cubica. Quando la densità di fotoni è superiore, quest’ultimi possono interferire con i tessuti biologici del nostro corpo. Nei cellulari, il numero di fotoni per lunghezza d’onda cubica è decisamente superiore ad 1 e per tale motivo gli argomenti inerenti la sicurezza dei cellulari e dei ripetitori devono essere riconsiderati. “Si è sostenuto che i cellulari sono
La ricerca del dr. W.J. Bruno aprirà nuovi dibattiti sul tema della sicurezza di cellulari, però una cosa resta certa: usate con cautela il cellulare e non fidatevi dell’uomo che cavalca spensierato tra le montagne statunitensi fumando una bella ed invitante bionda!