Schiavi della Bce

par Andrea Sironi
lunedì 3 ottobre 2011

Che le manovre economiche escogitate dal Ministro Tremonti siano state dettate dal potere finanziario europeo era abbastanza chiaro un po’ a tutti.

Leggere la lettera inviata da Mario Draghi e Jean Claude Trichet a Berlusconi il cinque agosto scorso, e pubblicata dal "Corriere della Sera” il 29 settembre, aumenta in me la rabbia e l’angoscia per una politica soggetta a forti ingerenze, incapace di intendere e di volere, vittima consapevole di un sistema economico-finanziario che vincola tutto, contenuti, tempi e metodi.

Una lettera che letteralmente manda a morire milioni e milioni di persone, in nome di un liberismo liberticida destinato ad accrescere il potenziale di crescita dei poteri forti e dei grandi capitali.

I desideri di Draghi e Trichet in parte sono già stati esauditi: l’accordo riguardo la ratifica dell’articolo 8, siglato il 28 giugno scorso da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil ne è un esempio lampante.

Mica finisce qui, la riforma che dovrebbe essere approvata dall’Ecofin il prossimo 4 ottobre – la quale impone all’Italia di ridurre ogni anno del 5% la parte del debito eccedente il 60% del Pil – sarà molto probabilmente un altro successo per la Bce.

Stiamo vivendo una situazione assurda, dove il nostro Stato, il nostro Governo sono “radiocomandati” a distanza dai fautori della stessa crisi globale. Una lettera che aggredisce l’intero impianto della Costituzione italiana, aggredisce i diritti del lavoro, i diritti sociali e civili.

L’unica soluzione possibile è quella di non pagare il debito, di colpire i grandi capitali, di colpire la speculazione, di colpire quella parte consistente di economica sommersa, che schiavizza, che rende succubi di un sistema malato molti lavoratori.

Dire no a questa Europa delle banche che divide, che snatura intere civiltà, che distrugge la nostra Democrazia.

Riprendo lo slogan della manifestazione del 1° ottobre a Piazza Navona, che sintetizza il nostro indispensabile protagonismo per un reale cambiamento: “Ora tocca a noi”.

Testo della lettera BCE pubblicata dal “Corriere della Sera” il 29 settembre:

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011

Caro Primo Ministro,

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.

Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:

1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.

3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.

Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.

Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet


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