Scandalo calcioscommesse e intercettazioni: barbarie e ipocrisia

par Federico Punzi
mercoledì 8 giugno 2011

E' una barbarie, non colpisce solo Berlusconi, ed è la prova che mettere mano alle norme sulle intercettazioni è un imperativo di civiltà. I giornali mettono alla gogna società di calcio e calciatori che non solo non sono indagati. Ma di cui chiacchierano, solo per sentito dire, gli indagati quelli veri nelle telefonate intercettate. E tutti possiamo immaginare che interesse abbiano costoro, oggi, a sparare in alto, e quale spinta ci fosse nel giro delle scommesse a millantare con i propri interlocutori telefonici chissà quali "informazioni". I pm sono i primi ad avvertire che mancano riscontri, che si tratta di voci «indirette». «Il sospetto è che possa trattarsi di una millanteria», ammette persino la giornalista, gran sacerdotessa di intercettazioni telefoniche al Corriere. E viene fuori che così scarso è il valore che a quelle chiacchiere attribuiscono gli inquirenti, che le telefonate in questione non sono nemmeno state trascritte, ma riportate in "brogliacci" di polizia. Eppure i giornali non si fanno scrupoli: nomi e cognomi (prima De Rossi, adesso Totti) in prima pagina, tanto per sputtanare, infangare, vendere qualche copia in più calpestando la dignità delle persone. Una vergogna. Una vergogna che ormai quello d'indagine sia un segreto di Pulcinella; una vergogna la totale mancanza di deontologia professionale nei giornalisti.

Detto questo, qualche considerazione sull'inchiesta in corso si può azzardare. Che la cricca pizzicata con le mani nella marmellata fosse in grado con quegli spiccioli di condizionare gare di serie A è altamente improbabile e gli inquirenti se ne stanno convincendo. Riuscivano a combinare gare delle serie inferiori e per la A a venire in possesso di notizie, vere o presunte, che circolavano nell'ambiente. Che però, molte partite di A siano sospette di "combine" tra le società di calcio, non per le scommesse, ma per reciproche convenienze di classifica, è più che un sospetto. Non solo per gli inquirenti - consapevoli, pare, che questo filone travalichi l'inchiesta penale in corso, anche perché si entra nel campo dell'indimostrabile - ma per chiunque segua il calcio domenica dopo domenica. Di partite che "puzzano" se ne sono viste tante anche in questa stagione: pareggiotti di convenienza; l'improvvisa caduta in casa della provinciale che stava andando forte; ma soprattutto, quante squadre che si sciolgono come neve al sole davanti alle "grandi"? Ci sono grandi squadre del nord che contro alcune provinciali sembrano abbonate alla vittoria facile. Nell'ambiente, anche del giornalismo sportivo, se ne parla con disinvoltura, magari con ironia, ma guai a porre pubblicamente qualche domanda.

D'altra parte, dopo Lazio-Inter dello scorso anno, a poche giornate dalla fine del campionato, resta da chiedersi a che cosa bisogna assistere prima che la giustizia, quella sportiva, si attivi; che soglia di indecenza bisogna superare prima di far scattare le sanzioni previste per la violazione dell'art. 1 sulla lealtà sportiva.


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