Scandali bancari in USA, il conto da pagare è di 100 miliardi

par Pleo
giovedì 28 marzo 2013

Lo chiamavano "American Dream", il sogno americano, ovvero la possibilità per chiunque, indifferentemente da quali mezzi possedesse in partenza, di farcela e poter riuscire economicamente, fosse anche solo possedere una bella casa, con giardino e magari la piscina. Le banche (e non solo) lo hanno permesso, a tutti, forse a troppi, anche a chi purtroppo non poteva permetterselo, e così il sogno si è trasformato prima in una bolla, che è esplosa, poi in un incubo che ci riporta alla realtà: scandali e debiti da pagare.

Si parla di un conto legale da 100 miliardi di dollari, stima probabilmente anche prudente, secondo il Wall Street Journal. È quanto pagato dalle banche americane per gli scandali bancari e inchieste seguite alla crisi finanziaria che ha colpito tutto il mondo.

Il conto è dunque salato e somma una serie di controversie degli istituti, da quelli riguardanti lo scandalo dei mutui subprime che colpì le stesse banche, investitori e assicurazioni a quelli sulla manipolazione del tasso interbancario, così conosciuto come Libor (London Interbank Offered Rate).

Il tasso sta ad indicare il prezzo di un finanziamento di denaro nel mercato interbancario più basso di quello di sconto applicato dalla banca centrale, ed è appunto variabile, perché calcolato giornalmente dalla British Bankers' Association. In riferimento a questo dunque, le banche si prestano denaro tra loro, poiché sono spinte dal principio di solvibilità e dal funzionamento del sistema creditizio, e spesso lo fanno prendendo in considerazione questo tasso poiché rappresenta forse il modo più facile e meno costoso per reperire capitali.

Secondo quindi queste due accuse, le banche si troverebbero con un conto così lievitato a 100 miliardi. Gli ultimi avvenimenti dicono che la Citigroup abbia accettato di pagare una cifra come 730 milioni come risarcimento ai suoi investitori per aver subito perdite. Questi avevano così affermato che gli era loro stato mentito sulla sua situazione finanziaria ed esposizione a derivati immobiliari. La Citi non ha ammesso o negato responsabilità, ma dice di aver compiuto un grande passo avanti per risolvere le proiezioni della crisi.



Sulla stessa scia anche la Deutsche Bank, banca di investimento, una tra le più grandi banche europee, che ha tagliato del 60% i suoi profitti del 2012 con aumento di riserve a fronte dei costi legati ai mutui in USA per questioni legali. Eh già perché il gigante tedesco si è lasciato trascinare, come anche altri colossi quali Bank of America, JP Morgan Chase, Goldman Sachs, Citigroup etc., in quello che è stato definito dai critici il "derivatives dealers club"; un club di "trafficanti" di derivati, tutti colpevoli di non aver valutato i rischi di concedere mutui immobiliari a persone insolventi.

Per ultimo, anche Freddy Mac ha denunciato una dozzina di banche mondiali per aver manipolato il Libor, mettendo sotto accusa la stessa British Bankers' Association, dicendo di aver subito perdite, secondo le stime, per tre miliardi di dollari. Il gigante del mercato immobiliare americano, controllato dal governo, ha accusato gli istituti bancari di cospirazione e di aver falsificato l'indice rendendolo più basso nel periodo tra il 2007 e il 2010.

Come dire, è guerra tra banche, investitori e istituti di controllo per trovare responsabili e soluzioni in quello che è risultato essere lo scandalo tra i più grandi del secolo, cominciato come finanziario e poi divenuto economico e sociale, e che ha colpito tutti in maniera verticale, dalle istituzioni ai piccoli investitori.

Si cercano di tappare i buchi, evitando che altre bolle esplodino, ma l'esplosione purtroppo c'è, e riguarda i debiti da saldare.


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